Freedom of movement of non-EU athletes and protection of National youth new talent group

In questo lavoro l'A. affronta la questione, lungamente dibattuta dalla dottrina e dalla giurisprudenza, relativa alla concorrenza fra le norme regolamentari sportive che pongono restrizioni ai diritti di atleti non comunitari e le regole ed i principi vigenti nell’ordinamento nazionale ed in quello europeo, tra i quali, in particolare, il principio di uguaglianza. L’A. incentra la ricerca sulla analisi di soluzioni compromissorie atte a soddisfare contrapposte esigenze del mondo dello sport, quali, da un lato, quella di riconoscere agli sportivi extracomunitari gli stessi diritti e, soprattutto le stesse chances, degli sportivi comunitari, e quella, dall’altro, di salvaguardare i cd. vivai giovanili, ovvero le fucine dei nuovi talenti “nazionali”, mediante la garanzia per questi ultimi di “canali preferenziali”, soprattutto in sede di tesseramento e conseguente schieramento in campo. In particolare, l’A., delineato il quadro normativo comunitario e nazionale di riferimento, con specifico richiamo, tra l’altro, alla disciplina antidiscriminatoria dettata dal T.U. sull’immigrazione, trae spunto da due pronunce di merito, relative a richieste risarcitorie avanzate da sportivi extracomunitari che lamentavano di essere stati discriminati nell’esercizio della loro attività sportiva, pervenendo ad una soluzione interpretativa della nozione di vivaio giovanile più corrispondente al mutato contesto sociale, caratterizzato da una sempre più spiccata multi-etnicità della società civile. La ricerca è occasione, inoltre, di verifica della possibilità di applicazione alla categoria degli sportivi extra-comunitari, dilettanti e professionisti, dello speciale strumento di tutela previsto dall’art. 44 del sopra citato T.U. sull’immigrazione.