Il contributo si occupa degli aspetti normativi nel campo della produzione e uso di una malta con componenti organici derivanti dal riciclo di scarti agricoli e silvo-pastorali. Viene prestata attenzione alla normativa internazionale più diffusa e nota, a quella europea e a quella italiana. La riduzione del consumo di suolo e di risorse lapidee, degli scarti, la limitazione dell’utilizzo di materiali di cava naturali sono solo alcuni benefici che hanno indotto la comunità scientifica a investire nell’uso di materie prime-seconde di origine vegetale, ecosostenibili; oggi, lo stato dell’arte è molto ricco. Tuttavia, non ci sono ancora normative tecniche e procedurali relative ai materiali che derivano dal riciclo di scarti vegetali; in questo contributo si pone l’attenzione particolarmente su malte da muratura. La normativa esistente non è utilizzabile ed adattabile e rimangono in particolare due aspetti che risultano ancora non definiti quali la vulnerabilità ai fattori di degrado e la tenuta delle prestazioni nel tempo. Ulteriore problematica, rispetto ad una logica di commercializzazione, è la mancanza di normativa di riferimento e, quindi, di indicazioni di processo e test di prodotto, rendendo più complesso il processo di certificazione. Tale circostanza vanifica gli sforzi scientifici e produttivi. La singolarità della questione è accentuata dalla normativa italiana relativa ai Criteri Ambientali Minimi per l'affidamento di servizi di progettazione ed esecuzione di lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di opere pubbliche che impone l’utilizzo del 15% di materiali di materia prima seconda e che potrebbe dare ampio spazio all’uso dei materiali bio-based. Il contributo, a partire dal constatato ritardo della normativa rispetto al progresso scientifico, indica la necessità di prove che possano certificare le qualità specifiche dei bio-based materials relativamente a caratteristiche quali: durabilità, tossicità di fumi, attaccabilità da insetti e parassiti, ecc., e rendere possibile l’applicazione dei materiali sperimentati.
Nicolini Elvira, Mamì Antonella, Colajanni Simona, Saeli Manfredi, Bellomo Marco, D'Amico Samuele (2021). Bio-based Materials. Standardizzazione e processi per la commercializzazione. QUADERNI DI LEGISLAZIONE TECNICA.
Bio-based Materials. Standardizzazione e processi per la commercializzazione
Nicolini Elvira
;Mamì Antonella
;Colajanni Simona
;Saeli Manfredi
;Bellomo Marco
;
2021-10-01
Abstract
Il contributo si occupa degli aspetti normativi nel campo della produzione e uso di una malta con componenti organici derivanti dal riciclo di scarti agricoli e silvo-pastorali. Viene prestata attenzione alla normativa internazionale più diffusa e nota, a quella europea e a quella italiana. La riduzione del consumo di suolo e di risorse lapidee, degli scarti, la limitazione dell’utilizzo di materiali di cava naturali sono solo alcuni benefici che hanno indotto la comunità scientifica a investire nell’uso di materie prime-seconde di origine vegetale, ecosostenibili; oggi, lo stato dell’arte è molto ricco. Tuttavia, non ci sono ancora normative tecniche e procedurali relative ai materiali che derivano dal riciclo di scarti vegetali; in questo contributo si pone l’attenzione particolarmente su malte da muratura. La normativa esistente non è utilizzabile ed adattabile e rimangono in particolare due aspetti che risultano ancora non definiti quali la vulnerabilità ai fattori di degrado e la tenuta delle prestazioni nel tempo. Ulteriore problematica, rispetto ad una logica di commercializzazione, è la mancanza di normativa di riferimento e, quindi, di indicazioni di processo e test di prodotto, rendendo più complesso il processo di certificazione. Tale circostanza vanifica gli sforzi scientifici e produttivi. La singolarità della questione è accentuata dalla normativa italiana relativa ai Criteri Ambientali Minimi per l'affidamento di servizi di progettazione ed esecuzione di lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di opere pubbliche che impone l’utilizzo del 15% di materiali di materia prima seconda e che potrebbe dare ampio spazio all’uso dei materiali bio-based. Il contributo, a partire dal constatato ritardo della normativa rispetto al progresso scientifico, indica la necessità di prove che possano certificare le qualità specifiche dei bio-based materials relativamente a caratteristiche quali: durabilità, tossicità di fumi, attaccabilità da insetti e parassiti, ecc., e rendere possibile l’applicazione dei materiali sperimentati.File | Dimensione | Formato | |
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