En_The track of contagion is among the most effective global tools in response to the outbreak of coronavirus. Focusing on the emergence of medical topographies as firstly conceived in France at the end of the nineteenth century, then on the maps that J. Snow elaborated in England soon after, the article frames the birth of a system of knowledge that anticipates our contemporary surveillance culture. Referring to a largely unpublished corpus related to Paris, the main design interrelations between new concepts, urban policies, and designers are explored, focusing on the first design competition of the XX century, headed in 1904 by the Rothschild Foundation. In its second part, the article stretches how the current pandemic mapping evolves differently through the locative systems of contact tracing. That updates the seminal distinction stated by Deleuze and Guattari between map and tracing and leads to a forthcoming horizon where data, control, and techno-space are embedding in a shift underway concerning architectural and urban design.
Ita_Il tracciamento del contagio, fra le più efficaci forme globali di difesa dal coronavirus, viene ripercorso mettendo in luce il rapporto fra pensiero architettonico e spazio delle epidemie negli ultimi due secoli. La relazione fra la diffusione delle malattie e le forme del costruito è stata infatti compresa nella seconda metà dell’Ottocento attraverso le mappature tematiche, secondo metodi ancora oggi in evoluzione. A partire dalle topografie mediche comparse per la prima volta in Francia nel XIX secolo, interpolate con le intuizioni di J. Snow sulla base delle mappe da lui elaborate nello stesso periodo in Inghilterra, si evidenziano i modi di formazione di un regime di sapere teso fra sorveglianza e azione, che nel corso del Novecento ha progettato la riforma profonda dei tipi architettonici e del paesaggio urbano. Tali figure del contagio della fine dell’Ottocento sono rilette in rapporto alle loro principali implicazioni progettuali, basandosi su un corpus originale ed inedito riferito a Parigi. Esse mostrano l’interrelazione fra nuove nozioni, politiche urbane, istituzioni, progettisti. Riguardo alla pandemia in corso, l’approccio evolve differentemente attraverso i sistemi dinamici, digitali e locativi del contact tracing. Estesa alla condizione in atto, la lettura delle principali descrizioni spazializzate della diffusione dei virus conduce ad alcune riflessioni conclusive relative all’orizzonte del progetto di edifici e spazi pubblici nel nostro prossimo futuro intra-pandemico.
Tesoriere, Z. (2021). Figure del contagio. Dalle topografie mediche al contact tracing: trasformazioni nell’architettura e nel paesaggio urbano. RI-VISTA. RICERCHE PER LA PROGETTAZIONE DEL PAESAGGIO, Vol 19(No 1 (2021): Landscape design & COVID-19. Progettare per la natura), 152-171.
Figure del contagio. Dalle topografie mediche al contact tracing: trasformazioni nell’architettura e nel paesaggio urbano
Tesoriere, Zeila
2021-07-01
Abstract
En_The track of contagion is among the most effective global tools in response to the outbreak of coronavirus. Focusing on the emergence of medical topographies as firstly conceived in France at the end of the nineteenth century, then on the maps that J. Snow elaborated in England soon after, the article frames the birth of a system of knowledge that anticipates our contemporary surveillance culture. Referring to a largely unpublished corpus related to Paris, the main design interrelations between new concepts, urban policies, and designers are explored, focusing on the first design competition of the XX century, headed in 1904 by the Rothschild Foundation. In its second part, the article stretches how the current pandemic mapping evolves differently through the locative systems of contact tracing. That updates the seminal distinction stated by Deleuze and Guattari between map and tracing and leads to a forthcoming horizon where data, control, and techno-space are embedding in a shift underway concerning architectural and urban design.File | Dimensione | Formato | |
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