The advent of the Anthropoce, an era in which the human being has become a geological force, upsets the division of knowledge between the human and natural sciences. To understand this, it is necessary to build new forms of alliance between disciplines. This is what the phenomenon of dendrolatries also invites us to do. Widespread in every place and in every age, the cult of trees testifies how the arboreal world has shaped ways of living and thinking, being in turn transformed. To delve into the complexity of this exchange, the volume collects the fruits of the dialogue between an interdisciplinary group of researchers who explore the arboreal imaginary in three directions: that of studies on memory and contemporary heritage; that of anthropology and the history of ancient religions; and that of the aesthetic, Marxian and decolonial critique of cultural studies. In these studies, we do not find a forgotten nature that it is about rediscovering. Instead we find an assemblage of nature-cultures to rearticulate: while the ecological crisis erodes our certainties and the earth seems to slip away from under our feet, the trees, with their substratum of myths, memories, figurations and landscapes, help us to find a common thought.

L’avvento dell’Antropoce, epoca in cui l’essere umano è diventato una forza geologica, scompagina la divisione del sapere tra scienze umane e naturali. Per comprenderlo, è necessario costruire nuove forme di alleanza tra discipline. È quanto invita a fare anche il fe- nomeno delle dendrolatrie. Diffuso in ogni luogo e in ogni epoca, il culto degli alberi testimonia come il mondo arboreo abbia plasma- to modi di vivere e di pensare, venendone a sua volta trasformato. Per scavare nella complessità di questo scambio, il volume racco- glie i frutti del dialogo tra un gruppo interdisciplinare di ricercatrici e ricercatori che esplorano l’immaginario arboreo in tre direzioni: quella degli studi sulla memoria e sul patrimonio contemporaneo; quella dell’antropologia e della storia delle religioni antiche; e quel- la della critica estetica, marxiana e decoloniale dei cultural studies. In questi studi, non troviamo una natura dimenticata che si tratta di riscoprire. Troviamo invece un assemblaggio di nature-culture da riarticolare: mentre la crisi ecologica erode le nostre certezze e la terra sembra sfilarsi da sotto i nostri piedi, gli alberi, con il loro so- strato di miti, memorie, figurazioni e paesaggi, ci aiutano a trovare un pensiero comune.

Dino Ranieri Scandariato, Carlo Andrea Tassinari, Gioele Zisa (2021). Dendrolatrie. Miti e pratiche dell'immaginario arboreo.

Dendrolatrie. Miti e pratiche dell'immaginario arboreo

Dino Ranieri Scandariato;Carlo Andrea Tassinari
;
Gioele Zisa
2021-07-01

Abstract

The advent of the Anthropoce, an era in which the human being has become a geological force, upsets the division of knowledge between the human and natural sciences. To understand this, it is necessary to build new forms of alliance between disciplines. This is what the phenomenon of dendrolatries also invites us to do. Widespread in every place and in every age, the cult of trees testifies how the arboreal world has shaped ways of living and thinking, being in turn transformed. To delve into the complexity of this exchange, the volume collects the fruits of the dialogue between an interdisciplinary group of researchers who explore the arboreal imaginary in three directions: that of studies on memory and contemporary heritage; that of anthropology and the history of ancient religions; and that of the aesthetic, Marxian and decolonial critique of cultural studies. In these studies, we do not find a forgotten nature that it is about rediscovering. Instead we find an assemblage of nature-cultures to rearticulate: while the ecological crisis erodes our certainties and the earth seems to slip away from under our feet, the trees, with their substratum of myths, memories, figurations and landscapes, help us to find a common thought.
lug-2021
L’avvento dell’Antropoce, epoca in cui l’essere umano è diventato una forza geologica, scompagina la divisione del sapere tra scienze umane e naturali. Per comprenderlo, è necessario costruire nuove forme di alleanza tra discipline. È quanto invita a fare anche il fe- nomeno delle dendrolatrie. Diffuso in ogni luogo e in ogni epoca, il culto degli alberi testimonia come il mondo arboreo abbia plasma- to modi di vivere e di pensare, venendone a sua volta trasformato. Per scavare nella complessità di questo scambio, il volume racco- glie i frutti del dialogo tra un gruppo interdisciplinare di ricercatrici e ricercatori che esplorano l’immaginario arboreo in tre direzioni: quella degli studi sulla memoria e sul patrimonio contemporaneo; quella dell’antropologia e della storia delle religioni antiche; e quel- la della critica estetica, marxiana e decoloniale dei cultural studies. In questi studi, non troviamo una natura dimenticata che si tratta di riscoprire. Troviamo invece un assemblaggio di nature-culture da riarticolare: mentre la crisi ecologica erode le nostre certezze e la terra sembra sfilarsi da sotto i nostri piedi, gli alberi, con il loro so- strato di miti, memorie, figurazioni e paesaggi, ci aiutano a trovare un pensiero comune.
Antropology, Religion, Cultural Heirtage, Cultural Studies, Memory Studies, Trees, Environmental Humanities
978-88-97035-98-5
Dino Ranieri Scandariato, Carlo Andrea Tassinari, Gioele Zisa (2021). Dendrolatrie. Miti e pratiche dell'immaginario arboreo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/516254
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