A quanti vivono a Palermo e anche a tutti coloro che in ogni periodo dell’anno si trovano in città per la prima volta da turisti per visitarlo, la mole del Palazzo Reale si svela in tutta la sua imponenza e sono ampiamente note le vicende storico-costruttive che ne definiscono le tappe salienti della storia millenaria, soprattutto dei corpi di fabbrica più rappresentativi. Anche il Palazzo Reale subì nei secoli la sorte destinata ad altri edifici ragguardevoli di pari dignità e solo un’attenta lettura storiografica e stratigrafia può restituircene a pieno l’immagine prima di Palatium novum, eretto dalla parte opposta del Castello a mare e sfarzosamente splendente all’interno di oro e di gemme, circondato invece all’esterno da mura fortificate e poi - nel tempo - di un’architettura affascinate e complessa, soggetta a drastiche modificazioni e dunque da conoscere adeguatamente sia “per parti” che “per il tutto”, specialmente per come allo stato attuale lo si visita e si ammira. Nel gergo comune, per “Segrete” – è noto - si intendono ambienti isolati e sottomessi, oscuri e solitamente riservati alla custodia e isolamento dei prigionieri, ma in questo caso gli Autori del presente volume intendono individuare la parte privata dell’allora palazzo normanno, quell’aggregato di ambienti, fuori dalla percorrenza comune e privi di illuminazione naturale, fortemente manomessi nel corso dei secoli rispetto alla loro primigenia caratterizzazione, oggetto di trasformazioni architettoniche, necessarie ma altrettanto dolorose, dal momento che ne cancellarono quasi completamente i caratteri identitari del primigenio complesso fortificato, mutandone percorrenze e destinazioni d’uso. Stanze “segrete”, quindi, anche e proprio nell’accezione di “non riconoscibili” per come erano in origine e ad oggi si percepiscono, come Valeria Brunazzi e Tommaso De Santis ben precisano nella loro Introduzione e che solo lo strumento della Conoscenza, nel suo duplice volto di necessità e di approfondimento critico ha disvelato, favorita già tra gli anni 2012 e 2013 da una complessa campagna di studi e ricerche che ha potuto vantare di un prestigioso gruppo di progettazione di cui gli stessi Autori facevano parte.

CAMPISI, T. (2020). Nel silenzio delle Stanze Segrete. In Le Segrete del Palazzo Reale di Palermo (pp. 7-10). Palermo : 40due.

Nel silenzio delle Stanze Segrete

CAMPISI, Tiziana
2020-01-01

Abstract

A quanti vivono a Palermo e anche a tutti coloro che in ogni periodo dell’anno si trovano in città per la prima volta da turisti per visitarlo, la mole del Palazzo Reale si svela in tutta la sua imponenza e sono ampiamente note le vicende storico-costruttive che ne definiscono le tappe salienti della storia millenaria, soprattutto dei corpi di fabbrica più rappresentativi. Anche il Palazzo Reale subì nei secoli la sorte destinata ad altri edifici ragguardevoli di pari dignità e solo un’attenta lettura storiografica e stratigrafia può restituircene a pieno l’immagine prima di Palatium novum, eretto dalla parte opposta del Castello a mare e sfarzosamente splendente all’interno di oro e di gemme, circondato invece all’esterno da mura fortificate e poi - nel tempo - di un’architettura affascinate e complessa, soggetta a drastiche modificazioni e dunque da conoscere adeguatamente sia “per parti” che “per il tutto”, specialmente per come allo stato attuale lo si visita e si ammira. Nel gergo comune, per “Segrete” – è noto - si intendono ambienti isolati e sottomessi, oscuri e solitamente riservati alla custodia e isolamento dei prigionieri, ma in questo caso gli Autori del presente volume intendono individuare la parte privata dell’allora palazzo normanno, quell’aggregato di ambienti, fuori dalla percorrenza comune e privi di illuminazione naturale, fortemente manomessi nel corso dei secoli rispetto alla loro primigenia caratterizzazione, oggetto di trasformazioni architettoniche, necessarie ma altrettanto dolorose, dal momento che ne cancellarono quasi completamente i caratteri identitari del primigenio complesso fortificato, mutandone percorrenze e destinazioni d’uso. Stanze “segrete”, quindi, anche e proprio nell’accezione di “non riconoscibili” per come erano in origine e ad oggi si percepiscono, come Valeria Brunazzi e Tommaso De Santis ben precisano nella loro Introduzione e che solo lo strumento della Conoscenza, nel suo duplice volto di necessità e di approfondimento critico ha disvelato, favorita già tra gli anni 2012 e 2013 da una complessa campagna di studi e ricerche che ha potuto vantare di un prestigioso gruppo di progettazione di cui gli stessi Autori facevano parte.
2020
978-8898115709
CAMPISI, T. (2020). Nel silenzio delle Stanze Segrete. In Le Segrete del Palazzo Reale di Palermo (pp. 7-10). Palermo : 40due.
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