La frequenza cardiaca (FC) è controllata dal sistema nervoso vegetativo. Il nodo senoatriale (SA) ha una frequenza propria di depolarizzazione spontanea conosciuta come “frequenza intrinseca” che rappresenta la frequenza misurata in assenza di impulsi simpatici o parasimpatici come si può ottenere con la denervazione o il blocco farmacologico. Nei soggetti normali la frequenza intrinseca è di circa 100 bpm e dipende dal sesso e dall’età ed è influenzata dall’esercizio fisico, l’ipossia e le variazioni di temperatura. I soggetti allenati a sport di resistenza hanno una frequenza intrinseca minore. Gli effetti del sistema simpatico e parasimpatico influenzano in maniera predominante la FC intrinseca e determinano la FC attuale in quanto l’attivazione parasimpatica riduce la FC, mentre l’attivazione simpatica aumenta la FC. Inoltre l’effetto di una componente è associato ad un aumento dell’attività della sua controparte, fenomeno che è stato definito come “antagonismo accentuato”. L’analisi tradizionale dell’elettrocardiogramma (ECG), considera soltanto gli intervalli tra i complessi elettrocardiografici QRS (intervalli RR) più o meno lunghi trascurando la differenza negli intervalli RR. La variabilità della frequenza cardiaca (HRV) è rappresentata dalle differenze negli intervalli RR e dalle conseguenti variazioni istantanee della FC. Essa è un indice fisiologico di queste differenze in risposta a fattori quali la posizione, il movimento, il ritmo del respiro e gli stati emozionali. In questa review vengono analizzati i metodi di studio, i limiti di normalità e gli effetti di diverse condizioni fisiologiche sulla HRV.

Traina, M., Cataldo, A., Bellavia, D., Zangla, D., Russo, G. (2010). METODI DI STUDIO DELLA VARIABILITA’ DELLA FREQUENZA CARDIACA. RIVISTA DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO(FASC. 1, VOL III, SEZ. 2, 2010), 107-116.

METODI DI STUDIO DELLA VARIABILITA’ DELLA FREQUENZA CARDIACA

TRAINA, Marcello;CATALDO, Angelo;ZANGLA, Daniele;RUSSO, Giuseppe
2010-01-01

Abstract

La frequenza cardiaca (FC) è controllata dal sistema nervoso vegetativo. Il nodo senoatriale (SA) ha una frequenza propria di depolarizzazione spontanea conosciuta come “frequenza intrinseca” che rappresenta la frequenza misurata in assenza di impulsi simpatici o parasimpatici come si può ottenere con la denervazione o il blocco farmacologico. Nei soggetti normali la frequenza intrinseca è di circa 100 bpm e dipende dal sesso e dall’età ed è influenzata dall’esercizio fisico, l’ipossia e le variazioni di temperatura. I soggetti allenati a sport di resistenza hanno una frequenza intrinseca minore. Gli effetti del sistema simpatico e parasimpatico influenzano in maniera predominante la FC intrinseca e determinano la FC attuale in quanto l’attivazione parasimpatica riduce la FC, mentre l’attivazione simpatica aumenta la FC. Inoltre l’effetto di una componente è associato ad un aumento dell’attività della sua controparte, fenomeno che è stato definito come “antagonismo accentuato”. L’analisi tradizionale dell’elettrocardiogramma (ECG), considera soltanto gli intervalli tra i complessi elettrocardiografici QRS (intervalli RR) più o meno lunghi trascurando la differenza negli intervalli RR. La variabilità della frequenza cardiaca (HRV) è rappresentata dalle differenze negli intervalli RR e dalle conseguenti variazioni istantanee della FC. Essa è un indice fisiologico di queste differenze in risposta a fattori quali la posizione, il movimento, il ritmo del respiro e gli stati emozionali. In questa review vengono analizzati i metodi di studio, i limiti di normalità e gli effetti di diverse condizioni fisiologiche sulla HRV.
2010
Traina, M., Cataldo, A., Bellavia, D., Zangla, D., Russo, G. (2010). METODI DI STUDIO DELLA VARIABILITA’ DELLA FREQUENZA CARDIACA. RIVISTA DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO(FASC. 1, VOL III, SEZ. 2, 2010), 107-116.
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