Il dubbio come insuperabile connotazione del conoscere ha assunto due fondamentali valenze nel pensiero greco: da un lato il socratico sapere di non sapere (l’inscienza), che si presenta come una funzione maieutica, in cui il dubitare si pone come il distacco dall’ovvio e ha il suo corrispondente positivo nel sentimento della meraviglia; dall’altro lato lo scetticismo antico, in cui il dubbio si delinea come la radicale negazione della pretesa della conoscenza di approdare ad asserti provvisti di compiutezza e definitività. Seguendo alcuni passaggi cruciali dello sviluppo successivo di questa tematica si giunge nel Novecento alla sua riformulazione nella fenomenologia di Husserl, con la nozione di epochè. Questa designa l’operazione di sospensione del giudizio su tutte le datità categoriali, la cui neutralizzazione spalanca un nuovo spazio di manifestazione ai fenomeni della coscienza, attinti nella loro evidenza originaria. Il discorso ripercorre il movimento di pensiero che conduce Husserl dalla sospensione del giudizio, ai fenomeni originari, quindi alle loro essenze e infine al nucleo irriducibile e indistruttibile di senso, la soggettività trascendentale, per soffermarsi da ultimo sulla dimensione morale dell’epochè, che prassicamente opera come áskesis. Tuttavia, nonostante non sia confinato al piano gnoseologico, il dubbio fenomenologico non si cala nelle profondità del negativo, dove il dubitare si trasforma in angoscia e disperazione nell’urto contro i muri dell’impossibilità. Tale percorso è svolto invece da Heidegger, nel solco di Kierkegaard. Tutto ciò riguarda il dubbio nei coonfronti della verità concepita come ‘qualcosa’ e non come ‘qualcuno’. Nel ridislocarsi dal registro del ‘che cosa’ a quello del ‘chi’, il dubbio si presenta in tutt’altra luce, ed emerge il suo potenziale risvolto maligno, la malafede che può nascondersi in esso e utilizzarlo come comodo paravento per eludere la decisione e l’impegno.
Mancini, S. (2010). Dubitare, vedere, decidere: lo scetticismo fenomenologico. YOD, 4-5, 18-21.
Dubitare, vedere, decidere: lo scetticismo fenomenologico
MANCINI, Sandro
2010-01-01
Abstract
Il dubbio come insuperabile connotazione del conoscere ha assunto due fondamentali valenze nel pensiero greco: da un lato il socratico sapere di non sapere (l’inscienza), che si presenta come una funzione maieutica, in cui il dubitare si pone come il distacco dall’ovvio e ha il suo corrispondente positivo nel sentimento della meraviglia; dall’altro lato lo scetticismo antico, in cui il dubbio si delinea come la radicale negazione della pretesa della conoscenza di approdare ad asserti provvisti di compiutezza e definitività. Seguendo alcuni passaggi cruciali dello sviluppo successivo di questa tematica si giunge nel Novecento alla sua riformulazione nella fenomenologia di Husserl, con la nozione di epochè. Questa designa l’operazione di sospensione del giudizio su tutte le datità categoriali, la cui neutralizzazione spalanca un nuovo spazio di manifestazione ai fenomeni della coscienza, attinti nella loro evidenza originaria. Il discorso ripercorre il movimento di pensiero che conduce Husserl dalla sospensione del giudizio, ai fenomeni originari, quindi alle loro essenze e infine al nucleo irriducibile e indistruttibile di senso, la soggettività trascendentale, per soffermarsi da ultimo sulla dimensione morale dell’epochè, che prassicamente opera come áskesis. Tuttavia, nonostante non sia confinato al piano gnoseologico, il dubbio fenomenologico non si cala nelle profondità del negativo, dove il dubitare si trasforma in angoscia e disperazione nell’urto contro i muri dell’impossibilità. Tale percorso è svolto invece da Heidegger, nel solco di Kierkegaard. Tutto ciò riguarda il dubbio nei coonfronti della verità concepita come ‘qualcosa’ e non come ‘qualcuno’. Nel ridislocarsi dal registro del ‘che cosa’ a quello del ‘chi’, il dubbio si presenta in tutt’altra luce, ed emerge il suo potenziale risvolto maligno, la malafede che può nascondersi in esso e utilizzarlo come comodo paravento per eludere la decisione e l’impegno.File | Dimensione | Formato | |
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