Se l'argomento a priori, che Kant nel Beweisgrund del 1762 oppone come l'unico possibile a quello cartesiano, muove dal concetto del possibile in generale, radicalizzando in modo esplicito la questione di Dio sul terreno della ricerca ontologica, ciò coinvolge in modo tutt'altro che indolore l'impianto speculativo dell'ontologia prekantiana, minandone alla radice i presupposti teorici. Un attacco che si rivela tanto più fatale, dal momento che viene lanciato, per così dire, dall'interno stesso del razionalismo metafisico, e segnatamente da un autore, quale è il Kant dei primi anni '60, che coltiva ancora il sogno «dogmatico» di consolidare le pretese della metafisica nella conquista di una prova rigorosa dell'esistenza di Dio.
Cicatello, a. (2009). Non nominare il nome di Dio invano. L'emendatio kantiana della prova ontologica. STUDI KANTIANI, XXII, 99-127 [10.1400/135223].
Non nominare il nome di Dio invano. L'emendatio kantiana della prova ontologica
CICATELLO, Angelo
2009-01-01
Abstract
Se l'argomento a priori, che Kant nel Beweisgrund del 1762 oppone come l'unico possibile a quello cartesiano, muove dal concetto del possibile in generale, radicalizzando in modo esplicito la questione di Dio sul terreno della ricerca ontologica, ciò coinvolge in modo tutt'altro che indolore l'impianto speculativo dell'ontologia prekantiana, minandone alla radice i presupposti teorici. Un attacco che si rivela tanto più fatale, dal momento che viene lanciato, per così dire, dall'interno stesso del razionalismo metafisico, e segnatamente da un autore, quale è il Kant dei primi anni '60, che coltiva ancora il sogno «dogmatico» di consolidare le pretese della metafisica nella conquista di una prova rigorosa dell'esistenza di Dio.File | Dimensione | Formato | |
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