Il contenimento dei danni agli elementi non-strutturali, perseguito con un’opportuna cultura della prevenzione già in fase progettuale, pur impegnando risorse in fase di realizzazione o di riabilitazione e di retrofitting, si traduce in un risparmio post-sisma. Inoltre, la funzionalità e l’operatività degli edifici si esplica attraverso il corretto funzionamento degli impianti e la stabilità di arredi, equipaggiamenti, finiture ed opere accessorie. Le tecniche di prevenzione e riabilitazione non possono prescindere dalla qualità realizzativa degli elementi costruttivi quale imprescindibile condizione di sicurezza ed affidabilità, e tradotta come idoneo impiego e consapevole scelta dei materiali e delle tecniche, come corretta esecuzione delle operazioni di posa in opera, ed, ancor prima, come qualità progettuale. E’ proposto il tentativo di messa a punto di tecniche specifiche nate da: 1) l’individuazione degli elementi non-strutturali, delle loro specificità edilizie, delle loro prestazioni e vulnerabilità, e dei danni che possono presentare a seguito di un evento sismico; 2) l’uso di materiali e tecniche già presenti nel mercato e utilizzati per scopi differenti ma, comunque, testati nell’affidabilità, con processi di mutuazione dalle prassi consolidate; 3) l’interpolazione di tecniche tradizionali ed innovative che produce soluzioni tecniche ed espedienti i quali, pur dopo una necessaria verifica di laboratorio, possano incentivare l’affidabilità dell’edificato contemporaneo.

MAMI', A. (2010). Prevenzione e riabilitazione sismica degli elementi non-strutturali. Vulnerabilità e misure di prevenzione per il patrimonio architettonico del XX secolo: tecniche di retrofitting. In A. MAMI' (a cura di), Nonstructural Seismic Prevention and Rehabiltation. ROMA : Aracne editrice s.r.l..

Prevenzione e riabilitazione sismica degli elementi non-strutturali. Vulnerabilità e misure di prevenzione per il patrimonio architettonico del XX secolo: tecniche di retrofitting

MAMI', Antonella
2010-01-01

Abstract

Il contenimento dei danni agli elementi non-strutturali, perseguito con un’opportuna cultura della prevenzione già in fase progettuale, pur impegnando risorse in fase di realizzazione o di riabilitazione e di retrofitting, si traduce in un risparmio post-sisma. Inoltre, la funzionalità e l’operatività degli edifici si esplica attraverso il corretto funzionamento degli impianti e la stabilità di arredi, equipaggiamenti, finiture ed opere accessorie. Le tecniche di prevenzione e riabilitazione non possono prescindere dalla qualità realizzativa degli elementi costruttivi quale imprescindibile condizione di sicurezza ed affidabilità, e tradotta come idoneo impiego e consapevole scelta dei materiali e delle tecniche, come corretta esecuzione delle operazioni di posa in opera, ed, ancor prima, come qualità progettuale. E’ proposto il tentativo di messa a punto di tecniche specifiche nate da: 1) l’individuazione degli elementi non-strutturali, delle loro specificità edilizie, delle loro prestazioni e vulnerabilità, e dei danni che possono presentare a seguito di un evento sismico; 2) l’uso di materiali e tecniche già presenti nel mercato e utilizzati per scopi differenti ma, comunque, testati nell’affidabilità, con processi di mutuazione dalle prassi consolidate; 3) l’interpolazione di tecniche tradizionali ed innovative che produce soluzioni tecniche ed espedienti i quali, pur dopo una necessaria verifica di laboratorio, possano incentivare l’affidabilità dell’edificato contemporaneo.
2010
Settore ICAR/12 - Tecnologia Dell'Architettura
MAMI', A. (2010). Prevenzione e riabilitazione sismica degli elementi non-strutturali. Vulnerabilità e misure di prevenzione per il patrimonio architettonico del XX secolo: tecniche di retrofitting. In A. MAMI' (a cura di), Nonstructural Seismic Prevention and Rehabiltation. ROMA : Aracne editrice s.r.l..
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