Il dibattito storiografico degli ultimi anni ha spesso avuto quale oggetto la costruzione della frontiera mediterranea, in una prospettiva multidisciplinare e di lunga durata. Le dinamiche che regolamentano il passaggio o il controllo della frontiera sono infatti tutt’ora al centro delle politiche europee sulla gestione dei flussi migratori, e la Sicilia – oggi come in passato – è indubbiamente una delle aree geografiche più esposte e maggiormente coinvolte dal fenomeno. All’inizio del XVI secolo alcuni cambiamenti politici posero l’isola al centro di una fortissima pressione militare. Se già Alla fine del Trecento era diventato sempre più gravoso fronteggiare le scorrerie della pirateria, fu indubbiamente a partire dalla seconda metà del secolo successivo - e in particolar modo a seguito dell’avanzato degli Ottomani nell’area occidentale del Mediterraneo – che si dovette investire in termini umani e materiali nella costruzione di una frontiera capace di arginare le minacce di possibili incursioni nemiche. La necessità di contrastare gli attacchi provenienti tanto dal levante, quanto dai centri nordafricani, diede avvio alla progettazione e alla realizzazione di un sistema di architettura bastionata per sostituire le ormai fatiscenti difese medievali, notevolmente insufficienti dinanzi all’emergere di un nuovo modo di far la guerra. La presente proposta, lungi dal voler aggiungere consistenza ai risultati finora acquisiti sull’argomento, si prefigge di valorizzarne gli aspetti salienti impiegando strumenti e prospettive peculiari del digitale. Rivedere sotto quest’ottica la «pianura liquida», com’è stata talvolta definita la frontiera mediterranea, offre la possibilità di creare un modello per migliorare la nostra comprensione della Sicilia come base strategica indispensabile per garantirsi il collegamento/controllo di chilometri di terra e di mare. Il modello sarà costruito mediante l’analisi di grandi quantitativi di dati facilmente desumibili dalla mole di scritti già prodotti su quest’argomento e nella successiva trasposizione in un database; sarà possibile estrarre i dati con un algoritmo scelto, attraverso l’uso del data mining - ossia la possibilità di utilizzare tecniche per eseguire un’analisi matematica sul database. Per una migliore rappresentazione grafica dei risultati ottenuti verrà simulato il modello all’interno di carte geografiche sfruttando la tecnologia GIS; a questo proposito il database dovrà essere implementato dalla geo-localizzazione di alcuni oggetti al suo interno

valeria patti (2017). La difesa Siciliana in una prospettiva digitale (XVI – XVIII sec.). In A. Gallia, L. Pinzarrone (a cura di), Isole e frontiere nel Mediterraneo moderno e contemporaneo (pp. 183-206). Palermo : New Digital Frontiers srl.

La difesa Siciliana in una prospettiva digitale (XVI – XVIII sec.)

valeria patti
2017-01-01

Abstract

Il dibattito storiografico degli ultimi anni ha spesso avuto quale oggetto la costruzione della frontiera mediterranea, in una prospettiva multidisciplinare e di lunga durata. Le dinamiche che regolamentano il passaggio o il controllo della frontiera sono infatti tutt’ora al centro delle politiche europee sulla gestione dei flussi migratori, e la Sicilia – oggi come in passato – è indubbiamente una delle aree geografiche più esposte e maggiormente coinvolte dal fenomeno. All’inizio del XVI secolo alcuni cambiamenti politici posero l’isola al centro di una fortissima pressione militare. Se già Alla fine del Trecento era diventato sempre più gravoso fronteggiare le scorrerie della pirateria, fu indubbiamente a partire dalla seconda metà del secolo successivo - e in particolar modo a seguito dell’avanzato degli Ottomani nell’area occidentale del Mediterraneo – che si dovette investire in termini umani e materiali nella costruzione di una frontiera capace di arginare le minacce di possibili incursioni nemiche. La necessità di contrastare gli attacchi provenienti tanto dal levante, quanto dai centri nordafricani, diede avvio alla progettazione e alla realizzazione di un sistema di architettura bastionata per sostituire le ormai fatiscenti difese medievali, notevolmente insufficienti dinanzi all’emergere di un nuovo modo di far la guerra. La presente proposta, lungi dal voler aggiungere consistenza ai risultati finora acquisiti sull’argomento, si prefigge di valorizzarne gli aspetti salienti impiegando strumenti e prospettive peculiari del digitale. Rivedere sotto quest’ottica la «pianura liquida», com’è stata talvolta definita la frontiera mediterranea, offre la possibilità di creare un modello per migliorare la nostra comprensione della Sicilia come base strategica indispensabile per garantirsi il collegamento/controllo di chilometri di terra e di mare. Il modello sarà costruito mediante l’analisi di grandi quantitativi di dati facilmente desumibili dalla mole di scritti già prodotti su quest’argomento e nella successiva trasposizione in un database; sarà possibile estrarre i dati con un algoritmo scelto, attraverso l’uso del data mining - ossia la possibilità di utilizzare tecniche per eseguire un’analisi matematica sul database. Per una migliore rappresentazione grafica dei risultati ottenuti verrà simulato il modello all’interno di carte geografiche sfruttando la tecnologia GIS; a questo proposito il database dovrà essere implementato dalla geo-localizzazione di alcuni oggetti al suo interno
The Sicilian defense in a digital perspective (XVI - XVIII century)
2017
valeria patti (2017). La difesa Siciliana in una prospettiva digitale (XVI – XVIII sec.). In A. Gallia, L. Pinzarrone (a cura di), Isole e frontiere nel Mediterraneo moderno e contemporaneo (pp. 183-206). Palermo : New Digital Frontiers srl.
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