Entro il complesso sistema di trasformazione urbana, un ruolo sempre più centrale viene assunto da processi e pratiche artistiche e culturali che, rimettendo in discussione forme cristallizzate di pianificazione, si configurano come dispositivi ibridi – tra l'istituzionale e l'informale – di rigenerazione della città e del territorio, diventando attori di un processo di attivazione e trasformazione dei luoghi. Pratiche sperimentali, fortemente radicate nel luogo in cui si situano, che agiscono nel e con il contesto, decostruendo il paradigma delle grandi trasformazioni per prediligere processi di riappropriazione e microtrasformazione di senso, che offrono importanti occasioni di engagement ed empowerment individuale e collettivo, concorrendo alla costruzione di un welfare di comunità in risposta alle urgenze e alle esigenze del presente. Si tratta di esperienze che agiscono su molteplici piani, disciplinari e semantici. Da un lato lenti interpretative per una differente analisi e descrizione dei territori, attivatrici di processi di ricostruzione di senso e risignificazione, dall'altro veri e propri laboratori di resistenza, spazi di immaginazione e azione capaci di ridare vita a corpi amorfi e in abbandono, avviare processi di capacitazione territoriale e coesione sociale, sostituendosi non di rado a politiche intermittenti. Con riferimento ad esperienze di rigenerazione urbana e territoriale a base culturale sviluppate in aree interne e marginali, territori oggetto oggi di un'attenzione crescente sia per il peso politico che rivestono che per l'interesse rinnovato nello scenario post-pandemico, il saggio tratteggia le direzioni di innovazioni di cui queste pratiche sono portatrici. Per analizzare queste esperienze è stato utilizzato un approccio empirico con la creazione di una mappatura che analizza criticamente spazi, tempi, attori, reti, strumenti e metodologie adottate. In conclusione il saggio evidenzia come la rigenerazione a base culturale nelle aree interne e marginali – tra difficoltà e opportunità – nella sua dimensione sociale e umana, offre formule innovative a scala locale, approcci inediti in grado di riaccendere visioni e rimettere in moto territori in crisi costruendo possibili alternative.
Crobe, S. (2020). Fermenti culturali e aree interne. Esercizi di rigenerazione territoriale. URBANISTICA INFORMAZIONI(289 s.i.), 120-124.
Fermenti culturali e aree interne. Esercizi di rigenerazione territoriale
Crobe, Stefania
2020-01-01
Abstract
Entro il complesso sistema di trasformazione urbana, un ruolo sempre più centrale viene assunto da processi e pratiche artistiche e culturali che, rimettendo in discussione forme cristallizzate di pianificazione, si configurano come dispositivi ibridi – tra l'istituzionale e l'informale – di rigenerazione della città e del territorio, diventando attori di un processo di attivazione e trasformazione dei luoghi. Pratiche sperimentali, fortemente radicate nel luogo in cui si situano, che agiscono nel e con il contesto, decostruendo il paradigma delle grandi trasformazioni per prediligere processi di riappropriazione e microtrasformazione di senso, che offrono importanti occasioni di engagement ed empowerment individuale e collettivo, concorrendo alla costruzione di un welfare di comunità in risposta alle urgenze e alle esigenze del presente. Si tratta di esperienze che agiscono su molteplici piani, disciplinari e semantici. Da un lato lenti interpretative per una differente analisi e descrizione dei territori, attivatrici di processi di ricostruzione di senso e risignificazione, dall'altro veri e propri laboratori di resistenza, spazi di immaginazione e azione capaci di ridare vita a corpi amorfi e in abbandono, avviare processi di capacitazione territoriale e coesione sociale, sostituendosi non di rado a politiche intermittenti. Con riferimento ad esperienze di rigenerazione urbana e territoriale a base culturale sviluppate in aree interne e marginali, territori oggetto oggi di un'attenzione crescente sia per il peso politico che rivestono che per l'interesse rinnovato nello scenario post-pandemico, il saggio tratteggia le direzioni di innovazioni di cui queste pratiche sono portatrici. Per analizzare queste esperienze è stato utilizzato un approccio empirico con la creazione di una mappatura che analizza criticamente spazi, tempi, attori, reti, strumenti e metodologie adottate. In conclusione il saggio evidenzia come la rigenerazione a base culturale nelle aree interne e marginali – tra difficoltà e opportunità – nella sua dimensione sociale e umana, offre formule innovative a scala locale, approcci inediti in grado di riaccendere visioni e rimettere in moto territori in crisi costruendo possibili alternative.File | Dimensione | Formato | |
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