E’ venuto il momento di entrare nel Neoantropocene (Carta, 2017), che definisco come una nuova era in cui l’umanità, invece di essere il problema, progetta e mette in atto la transizione verso lo sviluppo ecologico, riattivando l’antica alleanza tra componenti umane e naturali come forze coagenti: un antropocentrismo sensibile, rispettoso e temperato volto a riposizionare l’umanità in uno schema integrato, ibrido, con la natura. E lo strumento del nuovo paradigma urbano ecologico non può che essere una nuova “urbanistica circolare” (Carta, Lino, Ronsivalle, 2016), capace di progettare e rigenerare città, territori e paesaggi riattivando i loro naturali metabolismi, lavorando sugli scarti, progettando il riciclo e contrastando l’obsolescenza programmata delle città dell’Antropocene predatorio con la sua famelica necessità di espansione. Serve un nuovo paradigma di sviluppo a prova di cambiamento ambientale che fornisca anche rinnovata sostenibilità economico-ecologica (Raworth, 2017) all’alleanza tra dimensione urbana e rurale, guidando adeguate strategie reticolari (Schröder, Carta, Ferretti, Lino, 2017). Un progetto di nuovi pattern insediativi che eliminino il concetto di periferia come scarto prodotto dalla famelica espansione edilizia e relativa concentrazione di valori immobiliari e finanziari, stimolando la creatività degli habitat resilienti che stanno producendo pratiche dell’audacia in varie parti dell’Europa (Schroeder, Carta, Ferretti, Lino, 2018).
Carta Maurizio (2020). Progettare città aumentate antifragili. In D. Menichini, & D. Repetto (a cura di), Panglossismo : l’architetto postpandemico (pp. 24-27). Pisa : Pacini.
Data di pubblicazione: | 2020 | |
Titolo: | Progettare città aumentate antifragili | |
Autori: | ||
Citazione: | Carta Maurizio (2020). Progettare città aumentate antifragili. In D. Menichini, & D. Repetto (a cura di), Panglossismo : l’architetto postpandemico (pp. 24-27). Pisa : Pacini. | |
Abstract: | E’ venuto il momento di entrare nel Neoantropocene (Carta, 2017), che definisco come una nuova era in cui l’umanità, invece di essere il problema, progetta e mette in atto la transizione verso lo sviluppo ecologico, riattivando l’antica alleanza tra componenti umane e naturali come forze coagenti: un antropocentrismo sensibile, rispettoso e temperato volto a riposizionare l’umanità in uno schema integrato, ibrido, con la natura. E lo strumento del nuovo paradigma urbano ecologico non può che essere una nuova “urbanistica circolare” (Carta, Lino, Ronsivalle, 2016), capace di progettare e rigenerare città, territori e paesaggi riattivando i loro naturali metabolismi, lavorando sugli scarti, progettando il riciclo e contrastando l’obsolescenza programmata delle città dell’Antropocene predatorio con la sua famelica necessità di espansione. Serve un nuovo paradigma di sviluppo a prova di cambiamento ambientale che fornisca anche rinnovata sostenibilità economico-ecologica (Raworth, 2017) all’alleanza tra dimensione urbana e rurale, guidando adeguate strategie reticolari (Schröder, Carta, Ferretti, Lino, 2017). Un progetto di nuovi pattern insediativi che eliminino il concetto di periferia come scarto prodotto dalla famelica espansione edilizia e relativa concentrazione di valori immobiliari e finanziari, stimolando la creatività degli habitat resilienti che stanno producendo pratiche dell’audacia in varie parti dell’Europa (Schroeder, Carta, Ferretti, Lino, 2018). | |
Settore Scientifico Disciplinare: | Settore ICAR/21 - Urbanistica | |
Appare nelle tipologie: | 2.01 Capitolo o Saggio |
File in questo prodotto:
File | Descrizione | Tipologia | Licenza | |
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328 Progettare città aumentate antifragili (Panglossimo, Pacini, 2020) mcarta.pdf | Versione Editoriale | Administrator Richiedi una copia |