Tra il Settecento e l’Ottocento, la divulgazione di disegni e bozzetti di siti - soprattutto esotici o mitici - incomincia a formare quel repertorio iconografico attraverso cui si diffonderà la conoscenza di città, monumenti e uomini; e che sarà fortemente incrementato, poi, dall’uso della fotografia. Verranno così fissati in maniera persistente - e pressoché immutabile - i caratteri dei luoghi e degli uomini.Nella seconda metà dell’Ottocento vengono ridisegnate tutte le più importanti capitali europee (precedute da alcune città statunitensi), utilizzando le tecniche sperimentate nei grandi impianti sei-settecenteschi di parchi e giardini per il tracciamento dei viali; per la localizzazione di alcuni traguardi ottici; per la realizzazione di particolari fughe prospettiche; e, ancora, per risolvere problemi di idraulica o di modellazione del suolo. Ai parchi e ai giardini, poi, viene affidato il compito di dare soluzione ad alcune questioni specifiche come: la bonifica di luoghi danneggiati o malsani (rimasti inclusi nell’espansione urbana); l’aumento del decoro degli spazi pubblici; la predisposizione di luoghi di svago. Essi furono, comunque, uno strumento di trasformazione - a costo relativamente basso - utile, soprattutto, per le espansioni esterne alle parti già consolidate delle città. Nell’ultimo decennio del xix secolo e nel primo del xx, alcune correnti artistiche - individuate da etichette quali Liberty, Modernismo ecc.- si propongono di interpretare, affiancare e secondare lo sforzo progressivo, economico-tecnologico, della civiltà industriale con l’intento di abbandonare il riferimento ai modelli tradizionali e, quindi, di diminuire la distanza tra le arti maggiori e la produzione industriale; di ricercare una funzionalità decorativa; di aspirare a un stile e a un linguaggio internazionali. Verso il 1910 - quando alle sperimentazioni si affianca la consapevolezza dei problemi indotti dalla industrializzazione in ambito sociale - si formano le cosidette avanguardie artistiche1 miranti a mutare le modalità e le finalità dell’arte. Entra in crisi, anche, l’idea della coincidenza tra forma apparente e idea e si apre, di conseguenza, la ricerca di nuovi tipi di conoscenza descrizione e rappresentazione del mondo: il paesaggio ne sarà condizionato sia dal punto di vista della rappresentazione che della trasformazione.

APRILE, M. (2009). La trasformazione del paesaggio. In APRILE MARCELLA (a cura di), Breve storia del paesaggio (pp. 29-49). Caracol.

La trasformazione del paesaggio

APRILE, Marcella
2009-01-01

Abstract

Tra il Settecento e l’Ottocento, la divulgazione di disegni e bozzetti di siti - soprattutto esotici o mitici - incomincia a formare quel repertorio iconografico attraverso cui si diffonderà la conoscenza di città, monumenti e uomini; e che sarà fortemente incrementato, poi, dall’uso della fotografia. Verranno così fissati in maniera persistente - e pressoché immutabile - i caratteri dei luoghi e degli uomini.Nella seconda metà dell’Ottocento vengono ridisegnate tutte le più importanti capitali europee (precedute da alcune città statunitensi), utilizzando le tecniche sperimentate nei grandi impianti sei-settecenteschi di parchi e giardini per il tracciamento dei viali; per la localizzazione di alcuni traguardi ottici; per la realizzazione di particolari fughe prospettiche; e, ancora, per risolvere problemi di idraulica o di modellazione del suolo. Ai parchi e ai giardini, poi, viene affidato il compito di dare soluzione ad alcune questioni specifiche come: la bonifica di luoghi danneggiati o malsani (rimasti inclusi nell’espansione urbana); l’aumento del decoro degli spazi pubblici; la predisposizione di luoghi di svago. Essi furono, comunque, uno strumento di trasformazione - a costo relativamente basso - utile, soprattutto, per le espansioni esterne alle parti già consolidate delle città. Nell’ultimo decennio del xix secolo e nel primo del xx, alcune correnti artistiche - individuate da etichette quali Liberty, Modernismo ecc.- si propongono di interpretare, affiancare e secondare lo sforzo progressivo, economico-tecnologico, della civiltà industriale con l’intento di abbandonare il riferimento ai modelli tradizionali e, quindi, di diminuire la distanza tra le arti maggiori e la produzione industriale; di ricercare una funzionalità decorativa; di aspirare a un stile e a un linguaggio internazionali. Verso il 1910 - quando alle sperimentazioni si affianca la consapevolezza dei problemi indotti dalla industrializzazione in ambito sociale - si formano le cosidette avanguardie artistiche1 miranti a mutare le modalità e le finalità dell’arte. Entra in crisi, anche, l’idea della coincidenza tra forma apparente e idea e si apre, di conseguenza, la ricerca di nuovi tipi di conoscenza descrizione e rappresentazione del mondo: il paesaggio ne sarà condizionato sia dal punto di vista della rappresentazione che della trasformazione.
2009
Settore ICAR/15 - Architettura Del Paesaggio
APRILE, M. (2009). La trasformazione del paesaggio. In APRILE MARCELLA (a cura di), Breve storia del paesaggio (pp. 29-49). Caracol.
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