In questo saggio si analizzeranno due opere – Recits d’Ellis Island, di Georges Perec e Robert Bober e Incoming di Richard Mosse – e il loro modo di riflettere sulla Shoah in maniera eccentrica, obliqua attraverso due particolari lenti che guardano alle migrazioni di esseri umani in condizioni di pericolo: quella di phantasmata e quella di “trasmigrazione”, tanto nella sua accezione di migrazione, di passaggio di qualcosa o qualcuno attraverso lo spazio, ma anche attraverso il tempo, quanto nel senso di trascendenza dello spirito o dell’anima da una forma di esistenza corporea a forme di esistenza meno tangibili. All’interno di queste due opere la parola si fa accompagnare dall’immagine fotografica per raccontare vicende tragiche senza esporle, attraverso immagini a loro volta migranti, che provengono da un altrove e da un momento eccentrico rispetto all’argomento della Shoah, ma che possono problematizzare la nostra comprensione del modo in cui la storia (con la S maiuscola, nelle parole di Perec) è scritta e in cui è contestualizzata attraverso i discorsi.
Cammarata, V. (2020). Fantasmi e trasmigrazioni. Le memorie degli altri in Georges Perec e Richard Mosse. In M. DI FIGLIA, D. TONONI (a cura di), TEMPO E SHOAH. POLITICHE DELL'OBLIO E FORME TESTIMONIALI (pp. 113-130). PALERMO : UNIPAPRESS.
Fantasmi e trasmigrazioni. Le memorie degli altri in Georges Perec e Richard Mosse
Cammarata, Valeria
2020-01-01
Abstract
In questo saggio si analizzeranno due opere – Recits d’Ellis Island, di Georges Perec e Robert Bober e Incoming di Richard Mosse – e il loro modo di riflettere sulla Shoah in maniera eccentrica, obliqua attraverso due particolari lenti che guardano alle migrazioni di esseri umani in condizioni di pericolo: quella di phantasmata e quella di “trasmigrazione”, tanto nella sua accezione di migrazione, di passaggio di qualcosa o qualcuno attraverso lo spazio, ma anche attraverso il tempo, quanto nel senso di trascendenza dello spirito o dell’anima da una forma di esistenza corporea a forme di esistenza meno tangibili. All’interno di queste due opere la parola si fa accompagnare dall’immagine fotografica per raccontare vicende tragiche senza esporle, attraverso immagini a loro volta migranti, che provengono da un altrove e da un momento eccentrico rispetto all’argomento della Shoah, ma che possono problematizzare la nostra comprensione del modo in cui la storia (con la S maiuscola, nelle parole di Perec) è scritta e in cui è contestualizzata attraverso i discorsi.File | Dimensione | Formato | |
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