La scuola materna di Gabriella e Massimo Carmassi ad Arcore ha la sua matrice espressive ed organizzativa in una grande copertura piana sospesa, che definisce lo spazio in continuità con il principio inaugurato da Mies van der Rohe nel trasferire l’archetipo del recinto alla sola copertura; altri spunti miesiani si ritrovano nell’impiego di piani orizzontali, alcuni contraddistinti dalla matericità, altri assunti come elementi immateriali. Il tema progettuale è condotto attraverso un gioco di parti che si rapportano in termini di contrapposizione e reciprocità, soprattutto attraverso l’idea dell’opacità e della trasparenza, perseguita questa con l’impiego di superfici omogenee vetrate sia per le chiusure esterne che per le partizioni interne. I piani vetrati consentono alla copertura di galleggiare e distendersi nello spazio, di trasformarla in un piano che traspone l’orizzontalità del suolo; nello stesso tempo di contribuire all’idea della smaterializzazione e dello svuotamento. Tanto che il progetto propone uno spazio (interno ed esterno) unitario e fluido, in cui la trasparenza diventa segno della libertà e delle possibilità date allo spazio di disporsi nell’attesa di completarsi e consolidarsi nell’uso.
Margagliotta, A. (2009). La trasparenza, il vuoto e l’attesa. Scuola materna ad Arcore di Gabriella e Massimo Carmassi. In R. Corrao, G. De Giovanni (a cura di), Trasparenza e leggerezza (pp. 66-73). Saonara (Pd) : Il Prato.
La trasparenza, il vuoto e l’attesa. Scuola materna ad Arcore di Gabriella e Massimo Carmassi
MARGAGLIOTTA, Antonino
2009-01-01
Abstract
La scuola materna di Gabriella e Massimo Carmassi ad Arcore ha la sua matrice espressive ed organizzativa in una grande copertura piana sospesa, che definisce lo spazio in continuità con il principio inaugurato da Mies van der Rohe nel trasferire l’archetipo del recinto alla sola copertura; altri spunti miesiani si ritrovano nell’impiego di piani orizzontali, alcuni contraddistinti dalla matericità, altri assunti come elementi immateriali. Il tema progettuale è condotto attraverso un gioco di parti che si rapportano in termini di contrapposizione e reciprocità, soprattutto attraverso l’idea dell’opacità e della trasparenza, perseguita questa con l’impiego di superfici omogenee vetrate sia per le chiusure esterne che per le partizioni interne. I piani vetrati consentono alla copertura di galleggiare e distendersi nello spazio, di trasformarla in un piano che traspone l’orizzontalità del suolo; nello stesso tempo di contribuire all’idea della smaterializzazione e dello svuotamento. Tanto che il progetto propone uno spazio (interno ed esterno) unitario e fluido, in cui la trasparenza diventa segno della libertà e delle possibilità date allo spazio di disporsi nell’attesa di completarsi e consolidarsi nell’uso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.