L’espressione “apprendimento naturale” indica una liaison difficile: i due componenti del sintagma fanno riferimento a modalità glottodidattiche contrapposte, quella implicita e informale dell’acquisizione naturale e quella esplicita e formale dell’apprendimento di una L2. Essa non esprime la volontà di mettere in dubbio l’approccio naturale nell’apprendimento, ma propone di recuperare alcune modalità di conoscenza linguistica implicita proprie dell’acquisizione della L1 nella didattica della L2, estendendole, quantitativamente e qualitativamente, in modo che risultino rispettose della globalità e della sistematicità dell’acquisizione di conoscenze da parte della persona apprendente . Il suggerimento non ha valore generale ma concretamente si è imposto due paletti: quello della specificità pragmatica delle microlingue e quello dell’apprendimento per immersione in “slice of real life” realizzabile con i multimedia. Nella creazione di tale contatto con la lingua reale, inteso come input sensoriale e cognitivo globale soprattutto nelle abilità audio-orali un ruolo essenziale può essere svolto dalla multimedialità nella sua varia capacità di riproduzione audiovisiva del reale, e nella funzionalità di attivatore e formatore di abiti di conoscenza per lo più implicita. La sua evoluzione in termini di perfezione tecnica della riproduzione o la crescente facilità del software per l’editing audiovisivo la propongono sempre più di frequente ai docenti di lingua come uno strumento capace di migliorare in modo significativo condizioni e risultati dell’apprendimento.

DI SPARTI A (2007). Web, globalizzazione e minoranze. In CONSANI CARLO E DESIDERI PAOLA (a cura di), Minoranze linguistiche. Prospettive, strumenti, territori. (pp. 250-269). ROMA : Carocci.

Web, globalizzazione e minoranze

DI SPARTI, Antonino
2007-01-01

Abstract

L’espressione “apprendimento naturale” indica una liaison difficile: i due componenti del sintagma fanno riferimento a modalità glottodidattiche contrapposte, quella implicita e informale dell’acquisizione naturale e quella esplicita e formale dell’apprendimento di una L2. Essa non esprime la volontà di mettere in dubbio l’approccio naturale nell’apprendimento, ma propone di recuperare alcune modalità di conoscenza linguistica implicita proprie dell’acquisizione della L1 nella didattica della L2, estendendole, quantitativamente e qualitativamente, in modo che risultino rispettose della globalità e della sistematicità dell’acquisizione di conoscenze da parte della persona apprendente . Il suggerimento non ha valore generale ma concretamente si è imposto due paletti: quello della specificità pragmatica delle microlingue e quello dell’apprendimento per immersione in “slice of real life” realizzabile con i multimedia. Nella creazione di tale contatto con la lingua reale, inteso come input sensoriale e cognitivo globale soprattutto nelle abilità audio-orali un ruolo essenziale può essere svolto dalla multimedialità nella sua varia capacità di riproduzione audiovisiva del reale, e nella funzionalità di attivatore e formatore di abiti di conoscenza per lo più implicita. La sua evoluzione in termini di perfezione tecnica della riproduzione o la crescente facilità del software per l’editing audiovisivo la propongono sempre più di frequente ai docenti di lingua come uno strumento capace di migliorare in modo significativo condizioni e risultati dell’apprendimento.
2007
DI SPARTI A (2007). Web, globalizzazione e minoranze. In CONSANI CARLO E DESIDERI PAOLA (a cura di), Minoranze linguistiche. Prospettive, strumenti, territori. (pp. 250-269). ROMA : Carocci.
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