Cani e gatti (per lo più cuccioli), ma anche elefanti, giraffe, orsi, e naturalmente leoni nell’atto di azzannare gazzelle, aquile con gli artigli protesi, gigantesche balene che danzano nel blu. Il vasto mondo degli animali esiste per la maggior parte di noi sotto forma di fotografia. Alcune di queste immagini, quelle prodotte dai professionisti, spesso sono spettacolari, piene di colori, dettagliate all’inverosimile, e si propongono come una finestra aperta su mondi che difficilmente riusciremo a vedere. In breve la proverbiale massa eteroclita di oggetti e problemi di saussuriana memoria è servita, e al semiologo non resta che trovare un modo per districarsi al suo interno, per capire non cosa significhi ciascuno scatto – il senso è sempre già lì, a imporsi come un’evidenza – ma come lo faccia. In che modo cioè la fotografia in quanto specifico linguaggio entri in relazione non con singoli animali più o meno feroci, esotici, comuni, domestici ecc., ma con l’animalità, che della fotografia è al contempo il presupposto e il prodotto.
Mangano Dario (2019). Le mucche non sorridono. In D. Bertrand, G. Marrone (a cura di), La sfera umanimale (pp. 155-175). Meltemi.
Le mucche non sorridono
Mangano Dario
2019-01-01
Abstract
Cani e gatti (per lo più cuccioli), ma anche elefanti, giraffe, orsi, e naturalmente leoni nell’atto di azzannare gazzelle, aquile con gli artigli protesi, gigantesche balene che danzano nel blu. Il vasto mondo degli animali esiste per la maggior parte di noi sotto forma di fotografia. Alcune di queste immagini, quelle prodotte dai professionisti, spesso sono spettacolari, piene di colori, dettagliate all’inverosimile, e si propongono come una finestra aperta su mondi che difficilmente riusciremo a vedere. In breve la proverbiale massa eteroclita di oggetti e problemi di saussuriana memoria è servita, e al semiologo non resta che trovare un modo per districarsi al suo interno, per capire non cosa significhi ciascuno scatto – il senso è sempre già lì, a imporsi come un’evidenza – ma come lo faccia. In che modo cioè la fotografia in quanto specifico linguaggio entri in relazione non con singoli animali più o meno feroci, esotici, comuni, domestici ecc., ma con l’animalità, che della fotografia è al contempo il presupposto e il prodotto.File | Dimensione | Formato | |
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