Scopo del lavoro è stato quello di valutare in pazienti maschi paraplegici gli adattamenti del tessuto osseo del rachide in toto e dei vari segmenti scheletrici in conseguenza della prolungata immobilità e di proporre dei nuovi protocolli d’attività motoria che possano sia limitare il decadimento progressivo delle strutture osteo-articolari, sia di preparare i pazienti all’ utilizzo di nuove tecnologie che consentano una pur parziale autonomia motoria. Allo studio hanno partecipato volontariamente venticinque soggetti paraplegici di sesso maschile con lesioni complete T3- L3, suddivisi in due gruppi in relazione agli anni di lesione: il primo gruppo è composto da 13 soggetti con lesione midollare verificatasi da meno di dieci anni; il secondo gruppo comprende 12 soggetti con lesione midollare presente da oltre dieci anni. Per la valutazione degli adattamenti del tessuto osseo del rachide e dei vari segmenti scheletrici è stata misurata la densità ossea dei soggetti con la tecnica DEXA. I valori del BMD e del T-score del total body e del tratto lombare L1-L4 dei due gruppi sono nella norma, a differenza di quelli degli arti inferiori che evidenziano uno stato di osteoporosi; questo dato dimostra che l’effetto demineralizzante dell’immobilità coinvolge in particolare le strutture non più sottoposte a stress meccanici. I nostri dati indicano che non vi è relazione tra il numero di anni dalla lesione e la perdita di massa ossea; infatti, anche nel gruppo di soggetti che presentano lesioni midollari da meno di dieci anni si ha una importante perdita di massa ossea. Il dato di normalità dei valori di BMD e T-score, riscontrati a livello del tratto lombare L1-L4 è giustificato a parer nostro da un elemento biomeccanico locale; infatti, la posizione seduta in carrozzina determina una sollecitazione meccanica continua sul rachide lombare ed in particolare sulle prime due vertebre favorendo il mantenimento della massa ossea in questo tratto. Il trattamento motorio dei soggetti mielolesi si articola in una serie di interventi, esercizi e attività finalizzate al superamento delle limitazioni imposte dalla patologia, al recupero funzionale e all'inserimento sociale del paziente.
RUSSO, G., VECA, M., GRAVANTE, G., MURATORE, F., VIVIANO, V., CATALDO, A., et al. (2008). VALUTAZIONE DELLA DENSITÀ OSSEA DI UN CAMPIONE DI SOGGETTI PARAPLEGICI. RUOLO DEL DOTTORE IN SCIENZE MOTORIE NEL RECUPERO DELL’AUTONOMIA MOTORIA. RIVISTA DELLA FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO, 1(4/2008), 85-108.
VALUTAZIONE DELLA DENSITÀ OSSEA DI UN CAMPIONE DI SOGGETTI PARAPLEGICI. RUOLO DEL DOTTORE IN SCIENZE MOTORIE NEL RECUPERO DELL’AUTONOMIA MOTORIA.
RUSSO, Giuseppe;GRAVANTE, Gennaro;CATALDO, Angelo;TRAINA, Marcello
2008-01-01
Abstract
Scopo del lavoro è stato quello di valutare in pazienti maschi paraplegici gli adattamenti del tessuto osseo del rachide in toto e dei vari segmenti scheletrici in conseguenza della prolungata immobilità e di proporre dei nuovi protocolli d’attività motoria che possano sia limitare il decadimento progressivo delle strutture osteo-articolari, sia di preparare i pazienti all’ utilizzo di nuove tecnologie che consentano una pur parziale autonomia motoria. Allo studio hanno partecipato volontariamente venticinque soggetti paraplegici di sesso maschile con lesioni complete T3- L3, suddivisi in due gruppi in relazione agli anni di lesione: il primo gruppo è composto da 13 soggetti con lesione midollare verificatasi da meno di dieci anni; il secondo gruppo comprende 12 soggetti con lesione midollare presente da oltre dieci anni. Per la valutazione degli adattamenti del tessuto osseo del rachide e dei vari segmenti scheletrici è stata misurata la densità ossea dei soggetti con la tecnica DEXA. I valori del BMD e del T-score del total body e del tratto lombare L1-L4 dei due gruppi sono nella norma, a differenza di quelli degli arti inferiori che evidenziano uno stato di osteoporosi; questo dato dimostra che l’effetto demineralizzante dell’immobilità coinvolge in particolare le strutture non più sottoposte a stress meccanici. I nostri dati indicano che non vi è relazione tra il numero di anni dalla lesione e la perdita di massa ossea; infatti, anche nel gruppo di soggetti che presentano lesioni midollari da meno di dieci anni si ha una importante perdita di massa ossea. Il dato di normalità dei valori di BMD e T-score, riscontrati a livello del tratto lombare L1-L4 è giustificato a parer nostro da un elemento biomeccanico locale; infatti, la posizione seduta in carrozzina determina una sollecitazione meccanica continua sul rachide lombare ed in particolare sulle prime due vertebre favorendo il mantenimento della massa ossea in questo tratto. Il trattamento motorio dei soggetti mielolesi si articola in una serie di interventi, esercizi e attività finalizzate al superamento delle limitazioni imposte dalla patologia, al recupero funzionale e all'inserimento sociale del paziente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.