Gayatri Chakravorty Spivak scriveva alla fine degli anni ‘80 un saggio, divenuto celebre, in cui proponeva il seguente quesito: can the subaltern speak? (possono parlare i subalterni?). Ad esso sono seguite numerose risposte, non solo di accademici delle più svariate parti del mondo, ma anche da operatori del sociale che hanno inteso questa domanda come un concentrato di interrogativi da cui si sentivano quotidianamente toccati. Per comprendere le implicazioni e la portata di tale problema va innanzitutto spiegato chi sono i subalterni. ‘Subalterno’ è chi è inchiodato al suo status sociale. E questa immobilità è dovuta al fatto che il subalterno abita un sistema di dominio che non gli consegna alcun mezzo o abilità per partecipare al controllo del potere. Egli non può comprendere, né esprimersi, né tanto meno essere compreso, perché escluso dai codici egemonici. È importante notare che il subalterno non è semplicemente oppresso, ma è più che oppresso: l’oppresso può, infatti, reagire, protestare, difendersi. Ad esempio, un lavoratore che ha ricevuto un ingiusto trattamento e si rivolge ai sindacati o ai tribunali competenti, riconosce di essere oppresso e conosce le vie di reazione alla sua condizione. Il subalterno è invece concausa del suo status, come nel caso di quegli schiavi neri che sposavano il razzismo dei loro padroni, dei colonizzati grati ai loro coloni o delle donne che partecipano della mentalità patriarcale. Su questo nucleo di questioni ho intervistato Cesare Moreno, coordinatore di Chance, un progetto contro la dispersione scolastica che ha sede nei quartieri più degradati di Napoli. Chance è una scuola che accoglie i ragazzi che l’istituzione scolastica ufficiale ha perso lungo il percorso. L’elemento che forse più distingue e rende particolarmente valido questo progetto è la costante rielaborazione collettiva dell’esperienza maturata sul campo. Ed è proprio per questa caratteristica che le riflessioni di Moreno a proposito del nostro quesito sono autorevoli e meritano attenzione.

BARTOLI C, MORENO C (2003). Volontà violate. Intervista a un maestro di strada. KYKÉION, 2(10), 145-160.

Volontà violate. Intervista a un maestro di strada

BARTOLI C;
2003-01-01

Abstract

Gayatri Chakravorty Spivak scriveva alla fine degli anni ‘80 un saggio, divenuto celebre, in cui proponeva il seguente quesito: can the subaltern speak? (possono parlare i subalterni?). Ad esso sono seguite numerose risposte, non solo di accademici delle più svariate parti del mondo, ma anche da operatori del sociale che hanno inteso questa domanda come un concentrato di interrogativi da cui si sentivano quotidianamente toccati. Per comprendere le implicazioni e la portata di tale problema va innanzitutto spiegato chi sono i subalterni. ‘Subalterno’ è chi è inchiodato al suo status sociale. E questa immobilità è dovuta al fatto che il subalterno abita un sistema di dominio che non gli consegna alcun mezzo o abilità per partecipare al controllo del potere. Egli non può comprendere, né esprimersi, né tanto meno essere compreso, perché escluso dai codici egemonici. È importante notare che il subalterno non è semplicemente oppresso, ma è più che oppresso: l’oppresso può, infatti, reagire, protestare, difendersi. Ad esempio, un lavoratore che ha ricevuto un ingiusto trattamento e si rivolge ai sindacati o ai tribunali competenti, riconosce di essere oppresso e conosce le vie di reazione alla sua condizione. Il subalterno è invece concausa del suo status, come nel caso di quegli schiavi neri che sposavano il razzismo dei loro padroni, dei colonizzati grati ai loro coloni o delle donne che partecipano della mentalità patriarcale. Su questo nucleo di questioni ho intervistato Cesare Moreno, coordinatore di Chance, un progetto contro la dispersione scolastica che ha sede nei quartieri più degradati di Napoli. Chance è una scuola che accoglie i ragazzi che l’istituzione scolastica ufficiale ha perso lungo il percorso. L’elemento che forse più distingue e rende particolarmente valido questo progetto è la costante rielaborazione collettiva dell’esperienza maturata sul campo. Ed è proprio per questa caratteristica che le riflessioni di Moreno a proposito del nostro quesito sono autorevoli e meritano attenzione.
2003
Settore IUS/20 - Filosofia Del Diritto
Settore M-PED/01 - Pedagogia Generale E Sociale
BARTOLI C, MORENO C (2003). Volontà violate. Intervista a un maestro di strada. KYKÉION, 2(10), 145-160.
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