Acciaio, vetro, calcestruzzo, materie plastiche di ogni tipo sono considerati oggi, nel mondo industrializzato, materiali essenziali per la costruzione delle cosiddette “case-astronavi” realizzate nelle aree più disparate della terra, in modo selvaggio ed indiscriminato, prive di qualsiasi relazione con il contesto; edifici energivori, pressoché simili tra loro, che affidano il loro funzionamento ed il raggiungimento delle condizioni di benessere all’interno degli ambienti ad impianti tecnici sempre più sofisticati e sempre più dannosi per l’ecosistema, con ripercussioni negative sulla qualità della vita. Immagine di uno status symbol al quale oggi è sempre più difficile rinunciare. Conseguenza di questo atteggiamento è stato l’abbandono, particolarmente nei paesi “tecnologicamente avanzati”, di tutte quelle tecniche costruttive legate alla tradizione e alle culture locali, considerate obsolete e simbolo di povertà ed emarginazione sociale. La tecnica della terra cruda è stata per lungo tempo dimenticata in Europa, così come in America e in alcune aree asiatiche e questo ha determinato anche la mancanza dei necessari interventi di manutenzione delle opere realizzate, con la conseguente perdita della testimonianza storica di una tradizione costruttiva millenaria. Da circa trent’anni ormai concetti come sostenibilità, ecologia, rispetto dell’ambiente, si sono fatti strada fra tante difficoltà nel mondo della progettazione ed oggi rientrano a pieno titolo nel linguaggio comune dell’abitare grazie anche all’intraprendenza ed alla perseveranza di progettisti, ricercatori, tecnici del settore e fruitori che hanno creduto in una filosofia progettuale adeguata ed opportuna. Grazie a loro oggi l’architettura di terra è attualità, innovazione, progresso.
Firrone, T. (2008). Nuove forme ed espressioni dell'architettura in terra cruda. In Maria Luisa Germanà e Rosalba Panvini (a cura di), La terra cruda nelle costruzioni Dalle testimonianze archeologiche all'architettura sostenibile (pp. 193-206). Palermo : Nuova Ipsa.
Nuove forme ed espressioni dell'architettura in terra cruda
FIRRONE, Tiziana Rosa Luciana
2008-01-01
Abstract
Acciaio, vetro, calcestruzzo, materie plastiche di ogni tipo sono considerati oggi, nel mondo industrializzato, materiali essenziali per la costruzione delle cosiddette “case-astronavi” realizzate nelle aree più disparate della terra, in modo selvaggio ed indiscriminato, prive di qualsiasi relazione con il contesto; edifici energivori, pressoché simili tra loro, che affidano il loro funzionamento ed il raggiungimento delle condizioni di benessere all’interno degli ambienti ad impianti tecnici sempre più sofisticati e sempre più dannosi per l’ecosistema, con ripercussioni negative sulla qualità della vita. Immagine di uno status symbol al quale oggi è sempre più difficile rinunciare. Conseguenza di questo atteggiamento è stato l’abbandono, particolarmente nei paesi “tecnologicamente avanzati”, di tutte quelle tecniche costruttive legate alla tradizione e alle culture locali, considerate obsolete e simbolo di povertà ed emarginazione sociale. La tecnica della terra cruda è stata per lungo tempo dimenticata in Europa, così come in America e in alcune aree asiatiche e questo ha determinato anche la mancanza dei necessari interventi di manutenzione delle opere realizzate, con la conseguente perdita della testimonianza storica di una tradizione costruttiva millenaria. Da circa trent’anni ormai concetti come sostenibilità, ecologia, rispetto dell’ambiente, si sono fatti strada fra tante difficoltà nel mondo della progettazione ed oggi rientrano a pieno titolo nel linguaggio comune dell’abitare grazie anche all’intraprendenza ed alla perseveranza di progettisti, ricercatori, tecnici del settore e fruitori che hanno creduto in una filosofia progettuale adeguata ed opportuna. Grazie a loro oggi l’architettura di terra è attualità, innovazione, progresso.File | Dimensione | Formato | |
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