[...] L’uso della composizione digitale per creare spazi continui in cui interagiscono diversi elementi può essere considerato un esempio di estetica anti montaggio che contraddistingue il cinema neofigurativo. Mentre la logica del montaggio filmico tradizionale privilegia il montaggio temporale rispetto al montaggio interno ad una scena, la composizione li pone sullo stesso piano. La nuova logica dell’immagine digitale in movimento insita nell’operazione di compositing, per certi versi, va contro l’estetica di Ejzenstejn. La composizione digitale rende le dimensioni dello spazio e della cornice importanti quanto il tempo (non va dimenticato che lo spazio composito risulta dall’assemblaggio di porzioni di spazio opportunamente stratificati in livelli). Questa tipologia di montaggio – denominata da Manovich “montaggio spaziale” – può dare esito a due differenti risultanti figurative: la prima non tiene conto dei confini che separano i diversi mondi rappresentati; la seconda fa sì che i diversi spazi si omologhino nella prospettiva, nei valori di scala e nella luminosità, formando dunque un solo universo percettivo [...]

Schembri, G. (2009). Sul neofigurativo cinematografico. THE ROPE, 2-3(2), 9-25.

Sul neofigurativo cinematografico

SCHEMBRI, Gennaro
2009-01-01

Abstract

[...] L’uso della composizione digitale per creare spazi continui in cui interagiscono diversi elementi può essere considerato un esempio di estetica anti montaggio che contraddistingue il cinema neofigurativo. Mentre la logica del montaggio filmico tradizionale privilegia il montaggio temporale rispetto al montaggio interno ad una scena, la composizione li pone sullo stesso piano. La nuova logica dell’immagine digitale in movimento insita nell’operazione di compositing, per certi versi, va contro l’estetica di Ejzenstejn. La composizione digitale rende le dimensioni dello spazio e della cornice importanti quanto il tempo (non va dimenticato che lo spazio composito risulta dall’assemblaggio di porzioni di spazio opportunamente stratificati in livelli). Questa tipologia di montaggio – denominata da Manovich “montaggio spaziale” – può dare esito a due differenti risultanti figurative: la prima non tiene conto dei confini che separano i diversi mondi rappresentati; la seconda fa sì che i diversi spazi si omologhino nella prospettiva, nei valori di scala e nella luminosità, formando dunque un solo universo percettivo [...]
2009
Settore L-ART/06 - Cinema, Fotografia E Televisione
Schembri, G. (2009). Sul neofigurativo cinematografico. THE ROPE, 2-3(2), 9-25.
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