Il presente lavoro consta di tre parti. La prima parte è dedicata all’analisi delle ragioni favorevoli e di quelle contrarie all’inserimento di una menzione alle radici cristiane nel preambolo della Costituzione europea. Nella seconda parte, a partire da una distinzione tra due possibili (macro-)modelli di integrazione europea, viene introdotta la nozione rawlsiana di ragione pubblica, nozione che può essere utilmente tenuta sullo sfondo di una concezione «sottile» dell’identità europea. In questa sede non vengono tuttavia sottaciuti alcuni limiti della nozione di ragione pubblica come strumento per l’integrazione europea. In breve, una «ragione pubblica europea» è una condizione tutt’al più necessaria, ma certo non sufficiente, ai fini della costruzione di quello che, con una certa enfasi e forza evocativa, possiamo chiamare un «demos europeo». La terza e conclusiva parte è dedicata ad alcune considerazioni sulla alternativa argomentazione/negoziazione in una società pluralista e multiculturale come quella europea contemporanea.
SCHIAVELLO A (2007). Integrazione europea, ragione pubblica, negoziazione. Qualche riflessione a partire dalla questione delle "radici cristiane". In TRUJILLO ISABEL, VIOLA FRANCESCO (a cura di), Identità, diritti, ragione pubblica in Europa (pp. 305-329). BOLOGNA : Il Mulino.
Integrazione europea, ragione pubblica, negoziazione. Qualche riflessione a partire dalla questione delle "radici cristiane"
SCHIAVELLO, Aldo
2007-01-01
Abstract
Il presente lavoro consta di tre parti. La prima parte è dedicata all’analisi delle ragioni favorevoli e di quelle contrarie all’inserimento di una menzione alle radici cristiane nel preambolo della Costituzione europea. Nella seconda parte, a partire da una distinzione tra due possibili (macro-)modelli di integrazione europea, viene introdotta la nozione rawlsiana di ragione pubblica, nozione che può essere utilmente tenuta sullo sfondo di una concezione «sottile» dell’identità europea. In questa sede non vengono tuttavia sottaciuti alcuni limiti della nozione di ragione pubblica come strumento per l’integrazione europea. In breve, una «ragione pubblica europea» è una condizione tutt’al più necessaria, ma certo non sufficiente, ai fini della costruzione di quello che, con una certa enfasi e forza evocativa, possiamo chiamare un «demos europeo». La terza e conclusiva parte è dedicata ad alcune considerazioni sulla alternativa argomentazione/negoziazione in una società pluralista e multiculturale come quella europea contemporanea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.