Diverse inchieste multiscopo condotte a partire dalla metà degli anni ’70 dagli Istituti Doxa e Istat permettono di trarre importanti informazioni sulla recente evoluzione degli usi linguistici degli italiani. I rilevamenti mostrano una progressiva tendenza all’uso dell’italiano con il conseguente abbandono del dialetto come codice esclusivo della comunicazione. I dati mostrano che negli ultimi quarant’anni è cresciuta la percentuale di quanti dichiarano di parlare italiano, con il conseguente calo della quota dei dialettofoni esclusivi. Ma in generale si osserva un «comportamento linguistico mistilingue» da parte di molti italiani, i quali dichiarano di usare l’uno e l’altro codice, «con l’utilizzazione alternante e frammista di italiano e dialetto nello stesso atto comunicativo» (Berruto 2007: 145). Il dialetto non sembra mostrare importanti segnali di cedimento strutturale né di imminente estinzione e nonostante non sia più un codice indispensabile per i bisogni comunicativi della società di oggi, esso si mantiene, dunque, in alcune aree più che in altre, in alcune classi sociali di parlanti e in alcuni contesti comunicativi.Si aggiunga che da qualche decennio, mentre il peso del dialetto diminuisce quanto al numero di parlanti, esso aumenta, invece, riguardo agli ambiti d’uso. Il dialetto, in effetti, comincia ad apparire anche in una serie di nuovi contesti comunicativi, molti dei quali a vocazione giovanile. Si osservano negli ultimi decenni diverse condizioni di nuovo “affioramento” del dialetto. Il panorama sociolinguistico odierno appare dunque caratterizzato da una “nuova dialettalità”, alla quale sono esposti anzitutto i giovani. Il dialetto perde parlanti, ma guadagna nuovi ambiti di uso e, più in generale, guadagna, spesso in virtù dell’attivazione di una sorta di “meccanismo della nostalgia”, una considerazione positiva che lo rende attraente e utilizzabile in ambiti diversi rispetto a quello della comunicazione ordinaria. Questo clima di nuova dialettalità non implica dunque il ricorso al dialetto al posto dell’italiano, ma accanto all’italiano.

Roberto Sottile (2018). La rivincita del dialetto. Non al posto ma accanto all’italiano. DIALOGHI MEDITERRANEI, 31, 00-00.

La rivincita del dialetto. Non al posto ma accanto all’italiano

Roberto Sottile
2018-01-01

Abstract

Diverse inchieste multiscopo condotte a partire dalla metà degli anni ’70 dagli Istituti Doxa e Istat permettono di trarre importanti informazioni sulla recente evoluzione degli usi linguistici degli italiani. I rilevamenti mostrano una progressiva tendenza all’uso dell’italiano con il conseguente abbandono del dialetto come codice esclusivo della comunicazione. I dati mostrano che negli ultimi quarant’anni è cresciuta la percentuale di quanti dichiarano di parlare italiano, con il conseguente calo della quota dei dialettofoni esclusivi. Ma in generale si osserva un «comportamento linguistico mistilingue» da parte di molti italiani, i quali dichiarano di usare l’uno e l’altro codice, «con l’utilizzazione alternante e frammista di italiano e dialetto nello stesso atto comunicativo» (Berruto 2007: 145). Il dialetto non sembra mostrare importanti segnali di cedimento strutturale né di imminente estinzione e nonostante non sia più un codice indispensabile per i bisogni comunicativi della società di oggi, esso si mantiene, dunque, in alcune aree più che in altre, in alcune classi sociali di parlanti e in alcuni contesti comunicativi.Si aggiunga che da qualche decennio, mentre il peso del dialetto diminuisce quanto al numero di parlanti, esso aumenta, invece, riguardo agli ambiti d’uso. Il dialetto, in effetti, comincia ad apparire anche in una serie di nuovi contesti comunicativi, molti dei quali a vocazione giovanile. Si osservano negli ultimi decenni diverse condizioni di nuovo “affioramento” del dialetto. Il panorama sociolinguistico odierno appare dunque caratterizzato da una “nuova dialettalità”, alla quale sono esposti anzitutto i giovani. Il dialetto perde parlanti, ma guadagna nuovi ambiti di uso e, più in generale, guadagna, spesso in virtù dell’attivazione di una sorta di “meccanismo della nostalgia”, una considerazione positiva che lo rende attraente e utilizzabile in ambiti diversi rispetto a quello della comunicazione ordinaria. Questo clima di nuova dialettalità non implica dunque il ricorso al dialetto al posto dell’italiano, ma accanto all’italiano.
2018
Settore L-FIL-LET/12 - Linguistica Italiana
Roberto Sottile (2018). La rivincita del dialetto. Non al posto ma accanto all’italiano. DIALOGHI MEDITERRANEI, 31, 00-00.
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