Questo saggio è una riflessione sul concetto di prossimità e distanza in Lévi-Strauss e Milan Kundera. Intenzionalmente, comparo un antropologo della cultura e uno scrittore di letteratura al fine di proporre una prospettiva decentrante sull’antropologia e sulla letteratura, oltre che su me stesso e sul potenziale lettore. La comparazione mi consente inoltre di mettere meglio a fuoco su alcune questioni – soltanto in apparenza distanti, ma in effetti molto vicine – quali l’esilio e la migrazione, l’uso alimentare degli animali e l’affezione che sviluppiamo per loro, l’esistenza intesa come fieldwork, la traduzione delle culture e l’ontological turn, lo straniamento e l’andirivieni concettuali come strategie di osservazione-partecipante. Il saggio prende avvio da un mio viaggio, in famiglia, a New York e sul conseguente straniamento prodottosi nei miei figli nel vedere gli scoiattoli scorazzare liberamente tra case e giardini americani. Coniugo, quindi, nel tipo di scrittura da me adottato, un approccio riflessivo ed esistenziale misto a una antropologia del linguaggio più attenta a categorie concettuali relative al quotidiano.
Montes Stefano (2017). Da vicino, da lontano. L’antropologia di Milan Kundera. DIALOGHI MEDITERRANEI, 23.
Da vicino, da lontano. L’antropologia di Milan Kundera
Montes Stefano
2017-01-01
Abstract
Questo saggio è una riflessione sul concetto di prossimità e distanza in Lévi-Strauss e Milan Kundera. Intenzionalmente, comparo un antropologo della cultura e uno scrittore di letteratura al fine di proporre una prospettiva decentrante sull’antropologia e sulla letteratura, oltre che su me stesso e sul potenziale lettore. La comparazione mi consente inoltre di mettere meglio a fuoco su alcune questioni – soltanto in apparenza distanti, ma in effetti molto vicine – quali l’esilio e la migrazione, l’uso alimentare degli animali e l’affezione che sviluppiamo per loro, l’esistenza intesa come fieldwork, la traduzione delle culture e l’ontological turn, lo straniamento e l’andirivieni concettuali come strategie di osservazione-partecipante. Il saggio prende avvio da un mio viaggio, in famiglia, a New York e sul conseguente straniamento prodottosi nei miei figli nel vedere gli scoiattoli scorazzare liberamente tra case e giardini americani. Coniugo, quindi, nel tipo di scrittura da me adottato, un approccio riflessivo ed esistenziale misto a una antropologia del linguaggio più attenta a categorie concettuali relative al quotidiano.File | Dimensione | Formato | |
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