Come pensare il dialogo tra le diverse religioni? Per rispondere a questa domanda, faccio appello a due frammenti di vita personale – l’incontro con due mormoni americani a Tartu e con un marocchino musulmano a Nîmes – per risalire all’origine del dialogo come forma di vita in divenire e alla forza del processo di consapevolizzazione che dovrebbe sussistere, nella mia ipotesi, in qualsiasi società per insegnare e apprendere a vedere l’alterità (religiosa) come un percorso di riposizionamento continuo del Sé e dell’altro. A questo fine, discuto alcune ipotesi formulate in antropologia delle religioni – più particolarmente da Evans-Pritchard per la religione nuer e da Geertz per la religione musulmana – e alcune ipotesi più prossime all’antropologia esistenziale per sottolineare due ‘intrecci antropologici’ ai quali tengo molto: l’esistenza di un individuo può – deve – essere intesa come una forma di dialogo continuo con altri esseri a noi vicini e lontani; la vita stessa può essere vista come – non è altro che – una lunga ricerca di dialogismo nel suo complesso. Infine, prendo spunto da Needham e da Greimas per realizzare un affondo nel campo complicato della credenza. In conclusione, ma non ultimo, parlo di alcune figure esemplari dell’attraversamento religioso e interpersonale per mostrare la polivalenza del credo religioso: i marrani (per la loro visione traduttiva dell’esistenza) e Eric de Rosny (per la sua iniziazione alla medicina e visione locale dei douala).
Montes Stefano (2016). Percorsi esistenziali del dialogo interreligioso. Scene vissute fuori campo. DIALOGHI MEDITERRANEI, 22.
Percorsi esistenziali del dialogo interreligioso. Scene vissute fuori campo
Montes Stefano
2016-01-01
Abstract
Come pensare il dialogo tra le diverse religioni? Per rispondere a questa domanda, faccio appello a due frammenti di vita personale – l’incontro con due mormoni americani a Tartu e con un marocchino musulmano a Nîmes – per risalire all’origine del dialogo come forma di vita in divenire e alla forza del processo di consapevolizzazione che dovrebbe sussistere, nella mia ipotesi, in qualsiasi società per insegnare e apprendere a vedere l’alterità (religiosa) come un percorso di riposizionamento continuo del Sé e dell’altro. A questo fine, discuto alcune ipotesi formulate in antropologia delle religioni – più particolarmente da Evans-Pritchard per la religione nuer e da Geertz per la religione musulmana – e alcune ipotesi più prossime all’antropologia esistenziale per sottolineare due ‘intrecci antropologici’ ai quali tengo molto: l’esistenza di un individuo può – deve – essere intesa come una forma di dialogo continuo con altri esseri a noi vicini e lontani; la vita stessa può essere vista come – non è altro che – una lunga ricerca di dialogismo nel suo complesso. Infine, prendo spunto da Needham e da Greimas per realizzare un affondo nel campo complicato della credenza. In conclusione, ma non ultimo, parlo di alcune figure esemplari dell’attraversamento religioso e interpersonale per mostrare la polivalenza del credo religioso: i marrani (per la loro visione traduttiva dell’esistenza) e Eric de Rosny (per la sua iniziazione alla medicina e visione locale dei douala).File | Dimensione | Formato | |
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