Rifletto più in generale sul senso del vivere, ma, anche, più particolarmente, su una concezione del vagabondaggio tutta americana (gli hobos) e, formalmente, sulle convenzioni scientifiche da adottare per scrivere sulla cultura in chiave autoetnografica, senza obliterare il ruolo della coscienza individuale, tenendo sempre in primo piano il comparativismo interculturale. Questo saggio è più semplice dal punto di vista formale (rispetto ad altri in cui uso espedienti del tipo correlativo oggettivo, flussi di coscienza, collage-bricolage, contestualizzazioni d’uso, etc.). Ma sono contento, lo stesso, per i contenuti antropologici (definire l’America e la sua cultura) e perché, in fondo, pongo pure un problema formale anche in questo saggio: il problema della convenzione scientifica da adottare per scrivere sulla cultura in chiave autoetnografica e il ruolo della coscienza in etnografia. Per non parlare dei miei soliti crucci che esploro qui in lungo e largo: come concepire il passato e il futuro, il senso da dare alla vita e ad alcune forme di alterità quali il vagabondaggio e l’elemosina, il valore dell’inizio nella configurazione di uno stile di vita, la commistione letteratura-antropologia.
Montes Stefano (2016). New York e i sensi del ritorno. DIALOGHI MEDITERRANEI, 21.
New York e i sensi del ritorno
Montes Stefano
2016-01-01
Abstract
Rifletto più in generale sul senso del vivere, ma, anche, più particolarmente, su una concezione del vagabondaggio tutta americana (gli hobos) e, formalmente, sulle convenzioni scientifiche da adottare per scrivere sulla cultura in chiave autoetnografica, senza obliterare il ruolo della coscienza individuale, tenendo sempre in primo piano il comparativismo interculturale. Questo saggio è più semplice dal punto di vista formale (rispetto ad altri in cui uso espedienti del tipo correlativo oggettivo, flussi di coscienza, collage-bricolage, contestualizzazioni d’uso, etc.). Ma sono contento, lo stesso, per i contenuti antropologici (definire l’America e la sua cultura) e perché, in fondo, pongo pure un problema formale anche in questo saggio: il problema della convenzione scientifica da adottare per scrivere sulla cultura in chiave autoetnografica e il ruolo della coscienza in etnografia. Per non parlare dei miei soliti crucci che esploro qui in lungo e largo: come concepire il passato e il futuro, il senso da dare alla vita e ad alcune forme di alterità quali il vagabondaggio e l’elemosina, il valore dell’inizio nella configurazione di uno stile di vita, la commistione letteratura-antropologia.File | Dimensione | Formato | |
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