Les tours dits de la chair dans les autofictions de Philippe Vilain

Philippe Vilain's autofictions are distinguished by a meticulous stylistic research and a rewriting practice supposed to strip the writer's skin. The writing of the flesh is particularly influenced by this research: it is sustained not only by what the scriptural mirror reminds us of, but also by what is hidden in the implicit of memories in which the pieces of “jouissance” are embedded in pieces of language. This article aims to analyze the stake of Philippe Vilain's autofictional writing in his main novels through Lacan's psychoanalytic topology.

Le autofinzioni di Philippe Vilain si distinguono per una meticolosa ricerca stilistica e una pratica di riscrittura supposta mettere a nudo la pelle dello scrittore. La scrittura della carne è particolarmente influenzata da tale ricerca: ciò che la sostiene non è tanto ciò cui lo specchio scritturale ci rimanda, bensì ciò che è nascosto nell'implicito dei ricordi in cui i pezzi del godimento si embricano in pezzi di linguaggio. Questo articolo si propone di analizzare la posta in gioco della scrittura autofinzionale di Philippe Vilain nei suoi principali romanzi attraverso la topologia psicoanalitica di Lacan.