Nel saggio si presentano i principali sviluppi a partire dalle analisi sociologiche della maschilità e, in particolare, dall’analisi del concetto di maschilità egemone introdotto da Raewyn Connell per passare agli approcci dell’azione deviante e criminale strutturata, prospettive che ci permetteranno di comprendere l’esistenza di una serie di maschilità, non soltanto in competizione con il femminile, ma anche in conflitto tra loro nell’accaparramento del potere, appartenenti a diversi contesti istituzionali, occupazionali o informali ed espressione di differenze di classe, razza/etnia, età, sessualità, corporeità. Fare il crimine per alcuni maschi può corrispondere a una risorsa utile a fare (anche) la maschilità all’interno di specifici percorsi condizionati da forze e opportunità strutturali; o, ancora, un certo tipo di violenza statale e istituzionale, militare o poliziesca e condotte criminali che potremmo riassumere nella categoria dei crimini dei potenti possono fare riferimento a configurazioni maschili egemoni particolari. Nell’ultima parte del saggio passeremo in rassegna alcune tra le principali ricerche socio-criminologiche contemporanee che hanno soprattutto evidenziato i rapporti esistenti tra maschilità, classe, razza, età e sessualità e che hanno prediletto approcci e metodologie qualitative; ci occuperemo, inoltre, di evidenziare i paradossi insiti nelle analisi di genere delle criminalità quando rischiano di trascurare le distorsioni dei processi di criminalizzazione che spesso, in modo selettivo, colpiscono maschilità svantaggiate, marginali e minoritarie. Si tratterà di una sintesi inevitabilmente arbitraria che, per ragioni di spazio, non può tener conto in modo esaustivo delle diverse tradizioni di ricerca criminologica e di esempi di analisi che hanno ad oggetto il rapporto maschilità/crimine. Tuttavia, cercheremo di ribadire, lungo tutto il testo, il tema centrale del saggio ossia che il compimento di condotte devianti e criminali — fare il crimine dunque — consista in una delle possibili modalità che un soggetto mette in atto anche per fare la maschilità, soprattutto in tutti quei casi e quelle condizioni in cui questi non ha accesso a risorse simboliche e materiali legittime.
Rinaldi, C. (2018). MASCHILITÀ E CRIMINE. FARE IL CRIMINE PER FARE (ANCHE) LA MASCHILITÀ. In C. Rinaldi, Saitta P (a cura di), Criminologie critiche contemporanee (pp. 233-261). Milano : Giuffrè.
MASCHILITÀ E CRIMINE. FARE IL CRIMINE PER FARE (ANCHE) LA MASCHILITÀ
Rinaldi, C
2018-01-01
Abstract
Nel saggio si presentano i principali sviluppi a partire dalle analisi sociologiche della maschilità e, in particolare, dall’analisi del concetto di maschilità egemone introdotto da Raewyn Connell per passare agli approcci dell’azione deviante e criminale strutturata, prospettive che ci permetteranno di comprendere l’esistenza di una serie di maschilità, non soltanto in competizione con il femminile, ma anche in conflitto tra loro nell’accaparramento del potere, appartenenti a diversi contesti istituzionali, occupazionali o informali ed espressione di differenze di classe, razza/etnia, età, sessualità, corporeità. Fare il crimine per alcuni maschi può corrispondere a una risorsa utile a fare (anche) la maschilità all’interno di specifici percorsi condizionati da forze e opportunità strutturali; o, ancora, un certo tipo di violenza statale e istituzionale, militare o poliziesca e condotte criminali che potremmo riassumere nella categoria dei crimini dei potenti possono fare riferimento a configurazioni maschili egemoni particolari. Nell’ultima parte del saggio passeremo in rassegna alcune tra le principali ricerche socio-criminologiche contemporanee che hanno soprattutto evidenziato i rapporti esistenti tra maschilità, classe, razza, età e sessualità e che hanno prediletto approcci e metodologie qualitative; ci occuperemo, inoltre, di evidenziare i paradossi insiti nelle analisi di genere delle criminalità quando rischiano di trascurare le distorsioni dei processi di criminalizzazione che spesso, in modo selettivo, colpiscono maschilità svantaggiate, marginali e minoritarie. Si tratterà di una sintesi inevitabilmente arbitraria che, per ragioni di spazio, non può tener conto in modo esaustivo delle diverse tradizioni di ricerca criminologica e di esempi di analisi che hanno ad oggetto il rapporto maschilità/crimine. Tuttavia, cercheremo di ribadire, lungo tutto il testo, il tema centrale del saggio ossia che il compimento di condotte devianti e criminali — fare il crimine dunque — consista in una delle possibili modalità che un soggetto mette in atto anche per fare la maschilità, soprattutto in tutti quei casi e quelle condizioni in cui questi non ha accesso a risorse simboliche e materiali legittime.File | Dimensione | Formato | |
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