A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso si è andato sviluppando un nuovo settore della musicologia orientato a indagare sotto un profilo estetico i sistemi sonori impiegati a vario scopo da molte specie animali: la cosiddetta zoomusicologia. L’opzione di fondo che caratterizza questo nuovo orientamento di studi consiste nell’ipotizzare una “universale” base biologica dei comportamenti sonori e cinestetici che accomuna le specie viventi e che i Sapiens sapiens hanno specificamente sviluppato ponendola a fondamento di miti e pratiche variamente funzionali nell’ambito del lavoro, del gioco, della ritualità e della comunicazione paralinguistica in genere. In questo contributo si offre un quadro sintetico di questa articolata vicenda, ponendo in evidenza la perdurante problematicità dell’attribuzione di valori estetici ai sistemi di comunicazione sonoro-cinestetica diffusi nel mondo animale ma anche il loro rilievo rispetto a una maggiore precisazione dei processi filogenetici che hanno determinato lo sviluppo dei comportamenti musicali nel genere umano e in ordine ai modi in cui questi comportamenti si sono intrecciati a modelli zoologici, sia in relazione a scopi prettamente pratico-comunicativi sia rispetto a una più ampia valenza simbolico-espressiva che si declina tra mito e natura.
Bonanzinga S (2017). Zoologia, musica, linguaggio. In G. Marrone (a cura di), Zoosemiotica 2.0. Forme e politiche dell’animalità (pp. 177-195). Palermo : Edizioni Museo Pasqualino.
Zoologia, musica, linguaggio
Bonanzinga S
2017-01-01
Abstract
A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso si è andato sviluppando un nuovo settore della musicologia orientato a indagare sotto un profilo estetico i sistemi sonori impiegati a vario scopo da molte specie animali: la cosiddetta zoomusicologia. L’opzione di fondo che caratterizza questo nuovo orientamento di studi consiste nell’ipotizzare una “universale” base biologica dei comportamenti sonori e cinestetici che accomuna le specie viventi e che i Sapiens sapiens hanno specificamente sviluppato ponendola a fondamento di miti e pratiche variamente funzionali nell’ambito del lavoro, del gioco, della ritualità e della comunicazione paralinguistica in genere. In questo contributo si offre un quadro sintetico di questa articolata vicenda, ponendo in evidenza la perdurante problematicità dell’attribuzione di valori estetici ai sistemi di comunicazione sonoro-cinestetica diffusi nel mondo animale ma anche il loro rilievo rispetto a una maggiore precisazione dei processi filogenetici che hanno determinato lo sviluppo dei comportamenti musicali nel genere umano e in ordine ai modi in cui questi comportamenti si sono intrecciati a modelli zoologici, sia in relazione a scopi prettamente pratico-comunicativi sia rispetto a una più ampia valenza simbolico-espressiva che si declina tra mito e natura.File | Dimensione | Formato | |
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