Il risultato delle demolizioni in corso lungo la costa di Carini, affacciata su un golfo a Nord-Ovest di Palermo, in una fascia stretta tra l’autostrada e il mare, ci consegna una surreale sequenza di villette isolate, alternate a distese incolte (luoghi di demolizioni già storicizzate, superficialmente rinaturalizzate) o a piccoli resti di macerie, addirittura pavimenti di bagni e cucine e basi dei tramezzi sono riconoscibili, come in un’area archeologica della contemporaneità. Un monito a nuovi eventuali abusi? Il processo di demolizione, o di decostruzione, al di là dei suoi aspetti conflittuali, espiativi, repressivi, specialmente in ambienti particolarmente sensibili, dovrebbe essere forse gestito e progettato con la stessa attenzione che si pone nella nuova costruzione. Cosa fare di questi luoghi, anche vista la lentezza con cui le demolizioni vengono eseguite, e la mancata integrazione di questi provvedimenti con i necessari successivi progetti, anche minimi, di riconfigurazione dei luoghi? Fatta salva la fondatezza legislativa dei singoli provvedimenti, non è forse necessario prefigurare la consistenza fisica di ciò che rimane a demolizione conclusa?
FERA, I. (2017). Complessità e contraddizioni nella demolizione. In F. Curci, E. Formato, F. Zanfi (a cura di), Territori dell'abusivismo. Un progetto per uscire dall'Italia dei condoni (pp. 96-111). Donzelli Editore.
Complessità e contraddizioni nella demolizione
FERA, Isabella
2017-01-01
Abstract
Il risultato delle demolizioni in corso lungo la costa di Carini, affacciata su un golfo a Nord-Ovest di Palermo, in una fascia stretta tra l’autostrada e il mare, ci consegna una surreale sequenza di villette isolate, alternate a distese incolte (luoghi di demolizioni già storicizzate, superficialmente rinaturalizzate) o a piccoli resti di macerie, addirittura pavimenti di bagni e cucine e basi dei tramezzi sono riconoscibili, come in un’area archeologica della contemporaneità. Un monito a nuovi eventuali abusi? Il processo di demolizione, o di decostruzione, al di là dei suoi aspetti conflittuali, espiativi, repressivi, specialmente in ambienti particolarmente sensibili, dovrebbe essere forse gestito e progettato con la stessa attenzione che si pone nella nuova costruzione. Cosa fare di questi luoghi, anche vista la lentezza con cui le demolizioni vengono eseguite, e la mancata integrazione di questi provvedimenti con i necessari successivi progetti, anche minimi, di riconfigurazione dei luoghi? Fatta salva la fondatezza legislativa dei singoli provvedimenti, non è forse necessario prefigurare la consistenza fisica di ciò che rimane a demolizione conclusa?File | Dimensione | Formato | |
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