Nell’età contemporanea in cui l’architettura tende spesso alla ricerca della spettacolarità e a creare forme in cui la destinazione d’uso si annulla in un’esperienza estetica, la questione dell’ornamento torna a essere centrale nel dibattito filosofico e architettonico. Di contro, le problematiche legate all’ecologia e al paesaggio pongono sempre più insistentemente l’accento su un’etica della responsabilità che condanna i “crimini” di un’estetica disinteressata al rispetto dell’ambiente. Alla luce di queste coordinate può essere utile riprendere le riflessioni di quei teorici, come Louis H. Sullivan, John W. Root e Adolf Loos, che tra Ottocento e Novecento hanno dichiarato in modo esplicito i “crimini” dell’ornamento. La loro lezione, ricordandoci la pluralità valoriale del nesso decorazione/ornamento, può offrire ancora oggi stimoli al dibattito, richiamando a quel senso “della convenienza” (quid decet) che è misura etica, oltre che estetica
Elisabetta Di Stefano (2015). Ornamento criminale. La lezione di Louis H. Sullivan, John W. Root e Adolf Loos. In G. Cassani (a cura di), Il decoro dell’ornamento: due parole obsolete? (pp. 31-42). Roma : Laterza.
Ornamento criminale. La lezione di Louis H. Sullivan, John W. Root e Adolf Loos
Elisabetta Di Stefano
2015-01-01
Abstract
Nell’età contemporanea in cui l’architettura tende spesso alla ricerca della spettacolarità e a creare forme in cui la destinazione d’uso si annulla in un’esperienza estetica, la questione dell’ornamento torna a essere centrale nel dibattito filosofico e architettonico. Di contro, le problematiche legate all’ecologia e al paesaggio pongono sempre più insistentemente l’accento su un’etica della responsabilità che condanna i “crimini” di un’estetica disinteressata al rispetto dell’ambiente. Alla luce di queste coordinate può essere utile riprendere le riflessioni di quei teorici, come Louis H. Sullivan, John W. Root e Adolf Loos, che tra Ottocento e Novecento hanno dichiarato in modo esplicito i “crimini” dell’ornamento. La loro lezione, ricordandoci la pluralità valoriale del nesso decorazione/ornamento, può offrire ancora oggi stimoli al dibattito, richiamando a quel senso “della convenienza” (quid decet) che è misura etica, oltre che esteticaFile | Dimensione | Formato | |
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