Maria Teresa Moscato ha coordinato una «ricerca esplorativa nazionale» sui vissuti, i linguaggi e l’educazione dell’esperienza religiosa; è consistita nella somministrazione sul territorio nazionale di un questionario, ideato dall’équipe di lavoro da lei costituita e recante il titolo Religiosità e formazione religiosa. Nella riflessione che svolgo propongo alcune glosse a margine della ricerca, gli appunti di lettura e le mie note; sono intese ad esplicitare, nella prospettiva dell’antropologia pedagogica e della pedagogia fondamentale, quanto, pur presente nell’indagine empirica e tale anzi da reggerne l’impianto, resta però in essa un implicito, quasi una riserva di senso. Tali notazione sono da ricondurre alla prospettiva antropologica e insieme pedagogica di stile fenomenologico-ermeneutico, che per mio conto vado elaborando. In essa proprio queste presupposizioni non espressamente tematizzate svolgono un ruolo gnoseologico ed epistemologico fondativo dell’intuizione eidetica e dell’argomentazione dialettica. Si tratta infatti, per l’antropologia pedagogica e per la pedagogia fondamentale, di vedere come stanno e le cose, a proposito dell’uomo «capace di Dio» e dell’educazione del senso religioso; e di dire perché devono stare in un certo modo e non altrimenti. L’intuizione eidetica però sempre insiste su intuizioni empiriche, senza di essa sarebbe vuota; allora, conseguentemente, anche l’argomentazione dialettica deve svolgersi come dialogo critico con le scienze specifiche che assumono come proprio oggetto d’indagine aspetti specifici dell’esperienza, nel nostro caso dell’esperienza religiosa. In questa logica, la riflessione deve essere intesa innanzitutto a cogliere il contributo che dalle diverse scienze umane e dalle scienze religiose emerge in ordine alla spiegazione dei fenomeni religiosi, dei suoi vissuti, dei linguaggi e dei processi formativi; sulle risultanze delle descrizioni empiriche deve poi applicarsi, in un momento ulteriore, ogni riflessione di carattere fondativo.
Bellingreri Antonio (2017). Esperienze religiose e processi educativi. Il punto di vista della pedagogia fondamentale. In M.T. Moscato, M. Caputo, R. Gabbiadini, G. Pinelli, A. Porcarelli, E. Becchi, et al. (a cura di), L'esperienza religiosa . Linguaggi, educazione, vissuti (pp. 243-260). Milano : FrancoAngeli.
Esperienze religiose e processi educativi. Il punto di vista della pedagogia fondamentale
Bellingreri Antonio
2017-01-01
Abstract
Maria Teresa Moscato ha coordinato una «ricerca esplorativa nazionale» sui vissuti, i linguaggi e l’educazione dell’esperienza religiosa; è consistita nella somministrazione sul territorio nazionale di un questionario, ideato dall’équipe di lavoro da lei costituita e recante il titolo Religiosità e formazione religiosa. Nella riflessione che svolgo propongo alcune glosse a margine della ricerca, gli appunti di lettura e le mie note; sono intese ad esplicitare, nella prospettiva dell’antropologia pedagogica e della pedagogia fondamentale, quanto, pur presente nell’indagine empirica e tale anzi da reggerne l’impianto, resta però in essa un implicito, quasi una riserva di senso. Tali notazione sono da ricondurre alla prospettiva antropologica e insieme pedagogica di stile fenomenologico-ermeneutico, che per mio conto vado elaborando. In essa proprio queste presupposizioni non espressamente tematizzate svolgono un ruolo gnoseologico ed epistemologico fondativo dell’intuizione eidetica e dell’argomentazione dialettica. Si tratta infatti, per l’antropologia pedagogica e per la pedagogia fondamentale, di vedere come stanno e le cose, a proposito dell’uomo «capace di Dio» e dell’educazione del senso religioso; e di dire perché devono stare in un certo modo e non altrimenti. L’intuizione eidetica però sempre insiste su intuizioni empiriche, senza di essa sarebbe vuota; allora, conseguentemente, anche l’argomentazione dialettica deve svolgersi come dialogo critico con le scienze specifiche che assumono come proprio oggetto d’indagine aspetti specifici dell’esperienza, nel nostro caso dell’esperienza religiosa. In questa logica, la riflessione deve essere intesa innanzitutto a cogliere il contributo che dalle diverse scienze umane e dalle scienze religiose emerge in ordine alla spiegazione dei fenomeni religiosi, dei suoi vissuti, dei linguaggi e dei processi formativi; sulle risultanze delle descrizioni empiriche deve poi applicarsi, in un momento ulteriore, ogni riflessione di carattere fondativo.File | Dimensione | Formato | |
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