Le zone rurali vanno sempre più acquisendo nuove connotazioni, vengono considerate luoghi di loisir, persino esotici, standard alternativi alle aree urbane, siti per l’esperienza di nuove pratiche e domande sociali. Il mito della natura e la ricerca della tradizione portano ad una ridefinizione delle identità rurali locali, nonché ad un sempre più crescente dibattito sul rapporto tra natura, naturalismo e società all’interno delle trattazioni sociologiche (Goodman e Redclift, 1991; Hannigan, 1995; Smith, 2001; Lidskog, 2001; Bellamy Foster, 1999), e dei rural studies in particolare (Goodman, 2001; Milbourne, 2003). La crisi dell’agricoltura europea a causa dei massicci finanziamenti della PAC, la sovrapproduzione, e l’impoverimento ambientale, portano a sostenere che la rivitalizzazione dello spazio rurale sia fortemente legato all’iniziativa di quegli imprenditori agricoli che hanno rivalutato le proprie strategie di marketing alla luce della diffusione delle iniziative agrituristiche e alla vendita dei prodotti e dei servizi direttamente legati all’azienda quale fonte alternativa di reddito (Béteille, 1996: 587). All’interno delle attività turistiche in contesti rurali, la produzione, la domanda e il consumo di prodotti agro-alimentari tipici e di qualità, la ricerca di autenticità incorporano nuove istanze identitarie ed idealizzano la richiesta comune e sempre più diffusa di autenticità; la produzione ed il consumo di prodotti tipici ci porta a considerare lo spazio rurale come luogo di compensazione per la perdita di identità dell’uomo moderno e sito della costruzione e l’invenzione di identità fittizie2. Sono sempre più diffuse le situazioni in cui il rurale appare quanto più rurale possibile (quello che potremmo definire l’iper-rurale): si tratta di riappropriazione dell’identità tradizionale o di mistificazione e mercificazione della tradizione, dunque un’autenticità costruita ad uopo che ignora la tradizione? E le richieste di autenticità fino a che punto corrispondono all’identità di uno specifico territorio o di un gruppo? L’autenticità rurale esiste come realtà oggettiva o forse è più appropriato pensare a vari stakeholders coinvolti in processi di autenticazione e di negoziazione dell’autenticità?

RINALDI C (2004). Autenticità, culture dell'esperienza e costruzione simbolica della ruralità. In AA.VV. (a cura di), Pensare la complessità. Itinerari interdisciplinari. (pp. 347-373). PALERMO : SIGMA.

Autenticità, culture dell'esperienza e costruzione simbolica della ruralità

RINALDI, Cirus
2004-01-01

Abstract

Le zone rurali vanno sempre più acquisendo nuove connotazioni, vengono considerate luoghi di loisir, persino esotici, standard alternativi alle aree urbane, siti per l’esperienza di nuove pratiche e domande sociali. Il mito della natura e la ricerca della tradizione portano ad una ridefinizione delle identità rurali locali, nonché ad un sempre più crescente dibattito sul rapporto tra natura, naturalismo e società all’interno delle trattazioni sociologiche (Goodman e Redclift, 1991; Hannigan, 1995; Smith, 2001; Lidskog, 2001; Bellamy Foster, 1999), e dei rural studies in particolare (Goodman, 2001; Milbourne, 2003). La crisi dell’agricoltura europea a causa dei massicci finanziamenti della PAC, la sovrapproduzione, e l’impoverimento ambientale, portano a sostenere che la rivitalizzazione dello spazio rurale sia fortemente legato all’iniziativa di quegli imprenditori agricoli che hanno rivalutato le proprie strategie di marketing alla luce della diffusione delle iniziative agrituristiche e alla vendita dei prodotti e dei servizi direttamente legati all’azienda quale fonte alternativa di reddito (Béteille, 1996: 587). All’interno delle attività turistiche in contesti rurali, la produzione, la domanda e il consumo di prodotti agro-alimentari tipici e di qualità, la ricerca di autenticità incorporano nuove istanze identitarie ed idealizzano la richiesta comune e sempre più diffusa di autenticità; la produzione ed il consumo di prodotti tipici ci porta a considerare lo spazio rurale come luogo di compensazione per la perdita di identità dell’uomo moderno e sito della costruzione e l’invenzione di identità fittizie2. Sono sempre più diffuse le situazioni in cui il rurale appare quanto più rurale possibile (quello che potremmo definire l’iper-rurale): si tratta di riappropriazione dell’identità tradizionale o di mistificazione e mercificazione della tradizione, dunque un’autenticità costruita ad uopo che ignora la tradizione? E le richieste di autenticità fino a che punto corrispondono all’identità di uno specifico territorio o di un gruppo? L’autenticità rurale esiste come realtà oggettiva o forse è più appropriato pensare a vari stakeholders coinvolti in processi di autenticazione e di negoziazione dell’autenticità?
2004
RINALDI C (2004). Autenticità, culture dell'esperienza e costruzione simbolica della ruralità. In AA.VV. (a cura di), Pensare la complessità. Itinerari interdisciplinari. (pp. 347-373). PALERMO : SIGMA.
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