The article examines a particular form of indignation indicated by Aristotle, in the second book of the Rhetoric, with the infinitive to nemesan, derived from the noun nemesis. It describes the reaction of a noble mind towards people who prosper beyond merit. The noun and its derivatives are scarcely used in the classical age, but occur more frequently in the Homeric epics and in Hesiod. Aristotle retrieves them from the archaic poetic tradition and uses them in his general reflection about justice. He identifies nemesis as a useful emotion to be cultivated in the judges acting in contexts where they were called upon to formulate a judgement, not only according to the law but also following a principle of equity.
L’articolo prende in esame quella particolare forma di indignazione che Aristotele indica, nel secondo libro della Retorica, con l’infinito sostantivato to nemesan, derivato dal termine nemesis. Si tratta della reazione che si genera in un animo nobile contro chi prospera al di là del merito. Il sostantivo e i suoi derivati risultano poco usati in età classica e ricorre più frequentemente nell’epica omerica e in Esiodo. Aristotele sembra recuperarlo proprio dalla tradizione poetica arcaica, assegnandogli un ruolo nella sua riflessione sulla giustizia e in particolare nella differenza tra la forma distributiva e quella correttiva. Egli individua così in questa forma di indignazione, un’emozione da coltivare e sollecitare in quei giudici che, come accadeva nell’Atene classica, erano chiamati a formulare una sentenza, non solo sulla base della legge ma anche secondo un principio di equità.
Bonanno, D. (2017). Prosperare al di là del merito: il senso della nemesis in Aristotele tra giustizia distributiva e giustizia correttiva. HORMOS, 9, 401-419 [10.7430/HORMOS0917].
Prosperare al di là del merito: il senso della nemesis in Aristotele tra giustizia distributiva e giustizia correttiva
BONANNO, D.
2017-01-01
Abstract
The article examines a particular form of indignation indicated by Aristotle, in the second book of the Rhetoric, with the infinitive to nemesan, derived from the noun nemesis. It describes the reaction of a noble mind towards people who prosper beyond merit. The noun and its derivatives are scarcely used in the classical age, but occur more frequently in the Homeric epics and in Hesiod. Aristotle retrieves them from the archaic poetic tradition and uses them in his general reflection about justice. He identifies nemesis as a useful emotion to be cultivated in the judges acting in contexts where they were called upon to formulate a judgement, not only according to the law but also following a principle of equity.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
18.Daniela_BonannoHormos9_2017.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Versione Editoriale
Dimensione
1.6 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.6 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.