Il saggio affronta il problema delle firme apposte sui vasi, proponendo un approccio contestuale che valuti il fenomeno anche in relazione alla ‘committenza’, oltre che all’interno delle varie botteghe e attività artigianali, e in rapporto all’insieme figurativo, alle altre eventuali iscrizioni presenti sull’oggetto e alla tipologia e tettonica del vaso. Si analizza, in particolare, il caso dell’Acropoli di Atene, come primo contesto-campione (di ambito cultuale), particolarmente significativo per la perfetta coincidenza tra centro di produzione e contesto d’uso delle ceramiche e per l’incidenza dell’area sacra poliadica nella fabbrica dei vasi figurati della città e nelle dinamiche socio-economiche della polis del VI e V secolo. Il quadro che emerge lega il fenomeno alla fisionomia e alle specificità della produzione e del suo mercato e contesto di destinazione, a partire da una richiesta esterna (o ‘interna’ alla bottega, come nel caso delle dediche votive di ceramisti e ceramografi), con la finalità di rendere visibile e promuovere l’artigiano con la propria techne e la propria produzione con i suoi ambiti di diffusione, ma anche l’utente del vaso che esibisce l’oggetto con le sue iscrizioni, in un contesto di stimolante competizione.
DE CESARE, M. (2017). Vasi d'autore: il caso dell'Acropoli di Atene. In L.C. Cappuccini L (a cura di), Fragmenta Mediterranea. Contatti, tradizioni e innovazioni in Grecia, Magna Grecia, Etruria e Roma. Studi in onore di Christoph Reusser (pp. 151-179). Firenze : Edizioni All'Insegna del Giglio.
Data di pubblicazione: | 2017 |
Titolo: | Vasi d'autore: il caso dell'Acropoli di Atene |
Autori: | DE CESARE, Monica (Corresponding) |
Citazione: | DE CESARE, M. (2017). Vasi d'autore: il caso dell'Acropoli di Atene. In L.C. Cappuccini L (a cura di), Fragmenta Mediterranea. Contatti, tradizioni e innovazioni in Grecia, Magna Grecia, Etruria e Roma. Studi in onore di Christoph Reusser (pp. 151-179). Firenze : Edizioni All'Insegna del Giglio. |
Abstract: | Il saggio affronta il problema delle firme apposte sui vasi, proponendo un approccio contestuale che valuti il fenomeno anche in relazione alla ‘committenza’, oltre che all’interno delle varie botteghe e attività artigianali, e in rapporto all’insieme figurativo, alle altre eventuali iscrizioni presenti sull’oggetto e alla tipologia e tettonica del vaso. Si analizza, in particolare, il caso dell’Acropoli di Atene, come primo contesto-campione (di ambito cultuale), particolarmente significativo per la perfetta coincidenza tra centro di produzione e contesto d’uso delle ceramiche e per l’incidenza dell’area sacra poliadica nella fabbrica dei vasi figurati della città e nelle dinamiche socio-economiche della polis del VI e V secolo. Il quadro che emerge lega il fenomeno alla fisionomia e alle specificità della produzione e del suo mercato e contesto di destinazione, a partire da una richiesta esterna (o ‘interna’ alla bottega, come nel caso delle dediche votive di ceramisti e ceramografi), con la finalità di rendere visibile e promuovere l’artigiano con la propria techne e la propria produzione con i suoi ambiti di diffusione, ma anche l’utente del vaso che esibisce l’oggetto con le sue iscrizioni, in un contesto di stimolante competizione. |
Appare nelle tipologie: | 2.01 Capitolo o Saggio |
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