La “emergenza migranti” impone la definizione di nuovi e più specifici profili professionali, in grado di rispondere alle delicate esigenze formative delle utenze cosiddette “fragili”, una categoria che include anzitutto i minori stranieri non accompagnati (MSNA), come pure le donne analfabete o scarsamente alfabetizzate, che con i MSNA condividono l’appartenenza a fasce sociali vulnerabili, per le esperienze da cui provengono, per la difficoltà di inserirsi nella società italiana, per la dimensione di analfabeti adulti. È dunque ormai indispensabile la definizione di nuove professionalità dotate di specifiche competenze nelle questioni relative non solo all’acquisizione della L2, ma anche all’alfabetizzazione in apprendenti con bassa scolarizzazione, che costituisce un campo d’intervento didattico nuovo e preciso (cfr. LESLLA - Low educated second language and literacy acquisition, http://www.leslla.org/). L’intervento che qui si propone descrive un percorso formativo realizzato a partire dal 2013 nell’ambito di un’esperienza formativa universitaria – un Master in didattica dell’italiano come L2 e LS – che ha individuato un profilo professionale specialistico definito “docente di italiano L2 per utenze fragili”. Il profilo è caratterizzato dalla presenza di competenze professionali specifiche per affrontare l’alfabetizzazione in italiano di adulti analfabeti anche nella lingua madre. Si tratta di sperimentare percorsi poco noti o addirittura inediti, perché i migranti analfabeti si trovano in una condizione solo apparentemente simile a quella dei bambini dei paesi europei in fase prescolare, che non hanno ancora imparato a scrivere ma parlano la lingua che scriveranno e vivono in un universo permeato dalla parola scritta. Essi devono, infatti, imparare a scrivere in una lingua di cui non hanno competenza orale; inoltre non conoscendo il codice scritto non hanno sperimentato le operazioni cognitive che la scrittura impone, a fronte invece di esperienze di vita drammatiche e in molti casi di plurilinguismo orale. Sullo sfondo di queste delicate coordinate di apprendimento, si intende tracciare i contorni del nuovo profilo di docente, così come esso è stato identificato in termini di competenze linguistiche e didattiche nel contesto formativo citato, e il percorso che consente il raggiungimento di tali competenze, definendo sia le acquisizioni ormai consolidate sia le ipotesi in via di sperimentazione.
Mocciaro, E., Arcuri, A. (2016). Utenze fragili e nuovi profili professionali [Altro].
Utenze fragili e nuovi profili professionali
Mocciaro, Egle;Arcuri, Adriana
2016-01-01
Abstract
La “emergenza migranti” impone la definizione di nuovi e più specifici profili professionali, in grado di rispondere alle delicate esigenze formative delle utenze cosiddette “fragili”, una categoria che include anzitutto i minori stranieri non accompagnati (MSNA), come pure le donne analfabete o scarsamente alfabetizzate, che con i MSNA condividono l’appartenenza a fasce sociali vulnerabili, per le esperienze da cui provengono, per la difficoltà di inserirsi nella società italiana, per la dimensione di analfabeti adulti. È dunque ormai indispensabile la definizione di nuove professionalità dotate di specifiche competenze nelle questioni relative non solo all’acquisizione della L2, ma anche all’alfabetizzazione in apprendenti con bassa scolarizzazione, che costituisce un campo d’intervento didattico nuovo e preciso (cfr. LESLLA - Low educated second language and literacy acquisition, http://www.leslla.org/). L’intervento che qui si propone descrive un percorso formativo realizzato a partire dal 2013 nell’ambito di un’esperienza formativa universitaria – un Master in didattica dell’italiano come L2 e LS – che ha individuato un profilo professionale specialistico definito “docente di italiano L2 per utenze fragili”. Il profilo è caratterizzato dalla presenza di competenze professionali specifiche per affrontare l’alfabetizzazione in italiano di adulti analfabeti anche nella lingua madre. Si tratta di sperimentare percorsi poco noti o addirittura inediti, perché i migranti analfabeti si trovano in una condizione solo apparentemente simile a quella dei bambini dei paesi europei in fase prescolare, che non hanno ancora imparato a scrivere ma parlano la lingua che scriveranno e vivono in un universo permeato dalla parola scritta. Essi devono, infatti, imparare a scrivere in una lingua di cui non hanno competenza orale; inoltre non conoscendo il codice scritto non hanno sperimentato le operazioni cognitive che la scrittura impone, a fronte invece di esperienze di vita drammatiche e in molti casi di plurilinguismo orale. Sullo sfondo di queste delicate coordinate di apprendimento, si intende tracciare i contorni del nuovo profilo di docente, così come esso è stato identificato in termini di competenze linguistiche e didattiche nel contesto formativo citato, e il percorso che consente il raggiungimento di tali competenze, definendo sia le acquisizioni ormai consolidate sia le ipotesi in via di sperimentazione.File | Dimensione | Formato | |
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