Educazione autentica, coscienze prepedagogica, pedagogia spontanea nel progetto metodico di una "pedagogia fondamentale"

The approach of a methodically structured pedagogy allows to investigate in depth the educational phenomena, since it captures the objective reality of this fenomena that reveals important aspects of the way of being of young people and educator, and suggests what they authenticaly can become. Education as an experience lived in the interpersonal relationship is in fact a complex reality, which requires different disciplinary approaches, logics and languages to be properly understood. The horizon of sense in which the "pedagogical" question of authentic education arises is the daily experience of young people and educator. Consciousness not trained by pedagogical knowledge ⸻ we may also call it "the point of view of the people" ⸻ already perceives in the daily experience, in which a certain common sense is denoted, the authentic forms of education together with its inauthentic forms (those that are not lead to any real growth of the actors of education), which it well knows to distinguish; but it is incapable of arguing the reasons that explain their difference. From this assumption we can begin to think about the foundations of education: that is, starting from its authentic forms actually lived. Isolating authentic forms of education does not mean to detect educational relationships without personal defects, as these do not exist; it denotes rather the attempt to give importance to those educational relationships that tend to the ideal of education, whose actors, however, are aware of their relational and moral limits. The common consciousness does not know what are the elements constituting education, and therefore can not justify what fundamental (authentic) elements belong to it and what accidental (inauthentic) elements are not part of its essence.

L’approccio di una pedagogia metodicamente strutturata permette di indagare in profondità i fenomeni educativi, poiché ne coglie la realtà oggettiva che rivela aspetti importanti del modo di essere nel mondo proprio dell’educando e dell’educatore, e che prospetta il loro autentico poter essere. L’educazione intesa come esperienza vissuta nella relazione interpersonale è infatti una realtà complessa, che per essere compresa adeguatamente richiede approcci disciplinari, logiche e linguaggi diversi. L’orizzonte di senso in cui la questione “pedagogica” dell’educazione autentica si presenta è l’esperienza quotidiana dell’educatore e dell’educando. La coscienza non edotta dal sapere pedagogico ― potremmo anche chiamarla «il punto di vista del popolo» ― percepisce già nell’esperienza quotidiana, in cui si denota un certo senso comune, le forme autentiche di educazione insieme alle sue forme inautentiche (quelle che non portano ad alcuna crescita reale degli attori dell’educazione), che essa sa ben distinguere; non sa però argomentare le ragioni della loro differenza. Da qui si può iniziare a pensare ai fondamenti dell’educazione: cioè, a partire dalle sue forme autentiche realmente vissute. Isolare le forme autentiche di educazione non significa rilevare relazioni educative senza difetti personali, poiché queste, nell’esperienza, non si danno; denota piuttosto il tentativo di dare importanza a quelle relazioni educative tendenti all’ideale di educazione, i cui attori, però, sono consapevoli dei loro limiti relazionali e morali. La coscienza comune non sa dire che cosa sia costitutivo dell’educazione, e pertanto non sa giustificare ciò che le è proprio (“autentico”) perché fondamentale, da ciò che non la costituisce essenzialmente perché non le è proprio ed è accidentale (“inautentico”).