La terapia cognitivo comportamentale delle psicosi (Cognitive Behavioral Therapy for psychosis, CBTp) pone al centro del suo interesse le esperienze psicotiche (vale a dire, pensieri, credenze e immagini) e i tentativi di comprensione di queste da parte del paziente. Da questo punto di vista, si differenzia da altre forme d’intervento psicologico o psicosociale per le psicosi, come ad esempio i programmi di social skills training, di riabilitazione lavorativa o la terapia di rimedio cognitivo, che hanno come scopo primario quello di modificare il funzionamento del soggetto e non si occupano di discutere con il paziente l’esperienza psicotica. Storicamente, la CBTp è stata utilizzata allo scopo di ridurre la sofferenza causata dai principali sintomi positivi come deliri e allucinazioni e il impatto sul comportamento, ma adesso sta cercando di estendere i suoi effetti a ulteriori obiettivi, come la depressione e l’ansia, il recovery, la prevenzione delle ricadute e il funzionamento sociale. La terapia cognitivo comportamentale delle psicosi ha fatto lunga strada negli ultimi 15 anni, da quando è stato pubblicato il suo primo trial. Esistono chiare e consistenti prove della sua efficacia ed è raccomandata nelle linee guida terapeutiche nazionali. Tuttavia, gli effetti sono modesti ed esistono problemi nella diffusione dell’approccio nel complesso del sistema sanitario. Oggi si rende necessario un ulteriore sviluppo del trattamento, che punti ai meccanismi causali ipotizzati come responsabili dei sintomi psicotici disturbanti, insieme a programmi di diffusione, indirizzati alle attitudini e alle competenze dello staff nonché a più ampi cambiamenti del sistema.
Garethy, P., Ferraro, L. (2017). Terapia Cognitivo Comportamentale delle psicosi. In D. La Barbera, C. La Cascia, L. Sideli (a cura di), Il trattamento integrato della schizofrenia. Un manuale per la gestione clinica. Giovanni Fioriti Editore.
Terapia Cognitivo Comportamentale delle psicosi
FERRARO, Laura
2017-01-01
Abstract
La terapia cognitivo comportamentale delle psicosi (Cognitive Behavioral Therapy for psychosis, CBTp) pone al centro del suo interesse le esperienze psicotiche (vale a dire, pensieri, credenze e immagini) e i tentativi di comprensione di queste da parte del paziente. Da questo punto di vista, si differenzia da altre forme d’intervento psicologico o psicosociale per le psicosi, come ad esempio i programmi di social skills training, di riabilitazione lavorativa o la terapia di rimedio cognitivo, che hanno come scopo primario quello di modificare il funzionamento del soggetto e non si occupano di discutere con il paziente l’esperienza psicotica. Storicamente, la CBTp è stata utilizzata allo scopo di ridurre la sofferenza causata dai principali sintomi positivi come deliri e allucinazioni e il impatto sul comportamento, ma adesso sta cercando di estendere i suoi effetti a ulteriori obiettivi, come la depressione e l’ansia, il recovery, la prevenzione delle ricadute e il funzionamento sociale. La terapia cognitivo comportamentale delle psicosi ha fatto lunga strada negli ultimi 15 anni, da quando è stato pubblicato il suo primo trial. Esistono chiare e consistenti prove della sua efficacia ed è raccomandata nelle linee guida terapeutiche nazionali. Tuttavia, gli effetti sono modesti ed esistono problemi nella diffusione dell’approccio nel complesso del sistema sanitario. Oggi si rende necessario un ulteriore sviluppo del trattamento, che punti ai meccanismi causali ipotizzati come responsabili dei sintomi psicotici disturbanti, insieme a programmi di diffusione, indirizzati alle attitudini e alle competenze dello staff nonché a più ampi cambiamenti del sistema.File | Dimensione | Formato | |
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