When Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc reached Sicily in April 1836, he was a very young teacher of the Ecole de dessin de Paris on the verge of starting a travel which, for many of his precursors had become a compulsory stage of the grand tour in Italy for several decades. However, the thirties of the nineteenth century were a decisive moment in the development of architectural debate on medieval architecture, not only for Sicily. For this reason, it is very significant that the French architect reached the island in that period. Indeed, with the publications of Jakob Ignaz Hittorff in 1835, Henry Gally Knight and Domenico Lo Faso Pietrasanta, Duke of Serradifalco, in 1838, Sicilian medieval architecture found an editorial space with a significant international dissemination. This allowed to increase debate’s results that on the island lied very far back in the past and in the previous decade had been getting more and more consistency.
Quando Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc raggiunge la Sicilia nell’aprile del 1836 è un giovanissimo professore dell’Ecole de dessin de Paris in procinto di compiere quello che per numerosissimi suoi precursori era diventato, ormai da diversi decenni, una tappa obbligata del Grand Tour in Italia. Frotte di rampolli dell’aristocrazia europea, ma soprattutto artisti e cultori di antichità avevano attraversato negli anni precedenti le strade talvolta perigliose dell’isola alla ricerca delle vestigia di mitiche città come Agrigento, Siracusa, Selinunte ecc., spesso tenendo insieme passione ar- cheologica e gusto del pittoresco, come può testimoniare il vastissimo repertorio iconogra co che abbiamo ereditato da questa formidabile stagione odeporica. Fin dalla metà del secolo precedente le antichità siciliane erano state poste al centro dell’attenzione degli studiosi stranieri ed era inevitabile, ormai, trovare una serrata concorrenza in tali ambiti di studio; la vicenda di Hittorff si intreccia, in particolare, con quella di Leo von Klenze, anch’egli di formazione parigina, che rimarrà comunque suo rivale durante tutto il corso della carriera, ma è in Sicilia che i due si incontreranno (e scontreranno) fra Selinunte e Agrigento, dove stavano emergendo le questioni archeologiche più urgenti.
Di Fede, M.S. (2016). Tra antichità e medioevo: viaggiatori, architetti e intellettuali in Sicilia fra gli anni venti e trenta dell’Ottocento. In A. Antista, F. Scibilia (a cura di), Paesaggi e architetture nei disegni di Eugène E. Viollet-le-Duc: le voyage en Sicile (pp. 47-52). PALERMO : REGIONE SICILIANA Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Tra antichità e medioevo: viaggiatori, architetti e intellettuali in Sicilia fra gli anni venti e trenta dell’Ottocento
DI FEDE, Maria Sofia
2016-01-01
Abstract
When Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc reached Sicily in April 1836, he was a very young teacher of the Ecole de dessin de Paris on the verge of starting a travel which, for many of his precursors had become a compulsory stage of the grand tour in Italy for several decades. However, the thirties of the nineteenth century were a decisive moment in the development of architectural debate on medieval architecture, not only for Sicily. For this reason, it is very significant that the French architect reached the island in that period. Indeed, with the publications of Jakob Ignaz Hittorff in 1835, Henry Gally Knight and Domenico Lo Faso Pietrasanta, Duke of Serradifalco, in 1838, Sicilian medieval architecture found an editorial space with a significant international dissemination. This allowed to increase debate’s results that on the island lied very far back in the past and in the previous decade had been getting more and more consistency.File | Dimensione | Formato | |
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