Le favole di La oveja negra y demás fábulas oscillano in un delicato equilibrio tra rispetto e dissoluzione delle regole e dei contenuti del genere favolistica. Dietro l’apparente ingenuità di queste favole si nasconde la sovversione nel senso più ampio del termine, non si tratta di una continuazione della tradizione, bensì della sua parodia e della sua messa in discussione. Quel che Monterroso rifiuta non è l’eticità della favola, ma piuttosto la definizione ideologica di questa eticità: nelle sue favole non esiste proposta alcuna e l’eliminazione della morale è altamente significativa. Queste ultime, lungi dal preservare i segreti della cultura immemore, come pretendevano di fare, con ottimismo e sicurezza, le favole tradizionali con la loro “missione” didattica, si propongono come rivelatrici della sclerosi mentale su cui il genere poggia la sua autorità. Il mondo favolistico di Monterroso non ha un “centro” e il pessimismo che lo impregna vuole essere la manifestazione di una libertà interpretativa, dell’accettazione o del rifiuto di un testo che va oltre i suoi “confini” e che fa della favola una “scelta di comodità” che si può cambiare con qualsiasi altra.
MINARDI G (2017). LA MOSCA LETTERARIA DI AUGUSTO MONTERROSO. In A.G. GIOVANNA FIORDALISO (a cura di), LE FORME DEL NARRARE: NEL TEMPO E TRA I GENERI (pp. 235-242). TRENTO : UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TRENTO.
LA MOSCA LETTERARIA DI AUGUSTO MONTERROSO
MINARDI, Giovanna
2017-01-01
Abstract
Le favole di La oveja negra y demás fábulas oscillano in un delicato equilibrio tra rispetto e dissoluzione delle regole e dei contenuti del genere favolistica. Dietro l’apparente ingenuità di queste favole si nasconde la sovversione nel senso più ampio del termine, non si tratta di una continuazione della tradizione, bensì della sua parodia e della sua messa in discussione. Quel che Monterroso rifiuta non è l’eticità della favola, ma piuttosto la definizione ideologica di questa eticità: nelle sue favole non esiste proposta alcuna e l’eliminazione della morale è altamente significativa. Queste ultime, lungi dal preservare i segreti della cultura immemore, come pretendevano di fare, con ottimismo e sicurezza, le favole tradizionali con la loro “missione” didattica, si propongono come rivelatrici della sclerosi mentale su cui il genere poggia la sua autorità. Il mondo favolistico di Monterroso non ha un “centro” e il pessimismo che lo impregna vuole essere la manifestazione di una libertà interpretativa, dell’accettazione o del rifiuto di un testo che va oltre i suoi “confini” e che fa della favola una “scelta di comodità” che si può cambiare con qualsiasi altra.File | Dimensione | Formato | |
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