Il dibattito sulla dotazione di attrezzature pubbliche a servizio della residenza si è concentrato per lungo tempo sulla qualità o le caratteristiche prestazionali in contrapposizione alla previsione puramente quantitativa, rimarcando implicitamente come obsoleto il DM 1444/68. In particolare, la possibilità prevista dalla normativa di computare al doppio le aree dedicate alle attrezzature nei centri storici, unitamente all’uso diffuso d’includere i servizi erogati dai privati hanno, difatti, scoraggiato nel tempo la ricerca teorica e talvolta anche la sperimentazione pratica nel campo dell’incremento quanti-qualitativo. Se da una parte la mancanza di adeguate dotazioni territoriali nel meridione d’Italia è da imputare anche al fatto che gli standard, seppur “rozzi”, siano stati applicati in ritardo rispetto a una fase di crescita economica già conclamata, d’altra parte, la proposta di cancellare il decreto non appare una soluzione accettabile poiché restringerebbe l’accesso ai diritti alla città in termini sia spaziali, sia democratici. La dotazione minima di attrezzature riferita al numero dei residenti continua a rappresentare pertanto un imprescindibile diritto di cittadinanza o di welfare urbano anche nei centri storici, dove semmai dovrebbe essere incrementata e rivisitata anche sotto il profilo di altri criteri prestazionali. Le analisi morfologiche della dotazione pubblica di attrezzature e servizi s’ispirano al concetto d’infrastruttura verde e a criteri prestazionali che possono essere inquadrati anche nell’ambito di auspicabili processi partecipativi degli abitanti. Modica è particolarmente problematica a causa delle singolari condizioni orografiche, morfologiche e paesaggistico-ambientali che nella visione inter-disciplinare e inter-scalare della pianificazione contemporanea si tendono a declinare alla scala urbana. Nell’ambito di tali considerazioni un approfondimento sul concetto d’infrastruttura verde è volto a sintetizzare le linee guida d’intervento sviluppando un disegno complessivo di riconfigurazione degli assi viari principali in collegamento con l’ipotesi di un parco canale.
Bonafede, G., Salerno, F. (2016). Il centro storico di Modica : lo spazio pubblico dei servizi. In G. Trombino (a cura di), Modica : contributi per il recupero e la riqualificazione del centro storico (pp. 119-130). Palermo : 40due.
Il centro storico di Modica : lo spazio pubblico dei servizi
BONAFEDE, Giulia;
2016-01-01
Abstract
Il dibattito sulla dotazione di attrezzature pubbliche a servizio della residenza si è concentrato per lungo tempo sulla qualità o le caratteristiche prestazionali in contrapposizione alla previsione puramente quantitativa, rimarcando implicitamente come obsoleto il DM 1444/68. In particolare, la possibilità prevista dalla normativa di computare al doppio le aree dedicate alle attrezzature nei centri storici, unitamente all’uso diffuso d’includere i servizi erogati dai privati hanno, difatti, scoraggiato nel tempo la ricerca teorica e talvolta anche la sperimentazione pratica nel campo dell’incremento quanti-qualitativo. Se da una parte la mancanza di adeguate dotazioni territoriali nel meridione d’Italia è da imputare anche al fatto che gli standard, seppur “rozzi”, siano stati applicati in ritardo rispetto a una fase di crescita economica già conclamata, d’altra parte, la proposta di cancellare il decreto non appare una soluzione accettabile poiché restringerebbe l’accesso ai diritti alla città in termini sia spaziali, sia democratici. La dotazione minima di attrezzature riferita al numero dei residenti continua a rappresentare pertanto un imprescindibile diritto di cittadinanza o di welfare urbano anche nei centri storici, dove semmai dovrebbe essere incrementata e rivisitata anche sotto il profilo di altri criteri prestazionali. Le analisi morfologiche della dotazione pubblica di attrezzature e servizi s’ispirano al concetto d’infrastruttura verde e a criteri prestazionali che possono essere inquadrati anche nell’ambito di auspicabili processi partecipativi degli abitanti. Modica è particolarmente problematica a causa delle singolari condizioni orografiche, morfologiche e paesaggistico-ambientali che nella visione inter-disciplinare e inter-scalare della pianificazione contemporanea si tendono a declinare alla scala urbana. Nell’ambito di tali considerazioni un approfondimento sul concetto d’infrastruttura verde è volto a sintetizzare le linee guida d’intervento sviluppando un disegno complessivo di riconfigurazione degli assi viari principali in collegamento con l’ipotesi di un parco canale.File | Dimensione | Formato | |
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