Assumendo l’inscindibilità della diade architettura-necessità, la ricerca volge il suo interesse nei confronti della dimensione collettiva dell’abitare, orientandosi specialmente verso quei contesti urbani e sociali emblematici laddove, alle trasformazioni indotte dall’evolversi della vita stessa, si sovrappongono problematiche incrinanti la possibilità di un vivere felice. In tali contesti più urgenti e bisognosi, l’architettura è concepita quale risposta concreta all’imprescindibile bisogno di abitare, e si rivela uno strumento capace di migliorare la qualità di vita della collettività, garantendo il bene comune ed incrementando il capitale sociale. Gli spazi collettivi, ritenuti la risposta architettonica a bisogni comuni, rappresentano, dunque, un beneficio per la comunità, specialmente nei paesi in via di sviluppo, dove prolifera una forma edificatoria “spontanea”, specchio di una cultura dell’abitare germogliata in contesti di necessità, segregazione e povertà. La straordinaria e recente rigenerazione urbana e sociale conquistata dalle città colombiane di Bogotá e Medellín, è un notevole esempio di strategie politiche e progettuali innovative, risultato delle azioni congiunte di politici, professionisti e cittadinanza. Tali strategie ed azioni progettuali fondano le proprie radici sul riconoscimento del ruolo sociale ed urbano degli spazi collettivi, concepiti quali elementi ristrutturanti il tessuto urbano e umano, in particolare nelle aree più marginali ed informali della città. La progettazione di nuovi spazi collettivi nelle frange urbane più fragili, può dar inizio ad un rinnovamento urbano e sociale, offrire scenari di vita sostenibile e garantire il raggiungimento del maggior bene comune e del diritto alla città.
La Manna, L.Lo spazio collettivo nei contesti spontanei dell'abitare. La rigenerazione urbana e sociale di Bogotà e Medellììn.
Lo spazio collettivo nei contesti spontanei dell'abitare. La rigenerazione urbana e sociale di Bogotà e Medellììn
La Manna, Lynda
Abstract
Assumendo l’inscindibilità della diade architettura-necessità, la ricerca volge il suo interesse nei confronti della dimensione collettiva dell’abitare, orientandosi specialmente verso quei contesti urbani e sociali emblematici laddove, alle trasformazioni indotte dall’evolversi della vita stessa, si sovrappongono problematiche incrinanti la possibilità di un vivere felice. In tali contesti più urgenti e bisognosi, l’architettura è concepita quale risposta concreta all’imprescindibile bisogno di abitare, e si rivela uno strumento capace di migliorare la qualità di vita della collettività, garantendo il bene comune ed incrementando il capitale sociale. Gli spazi collettivi, ritenuti la risposta architettonica a bisogni comuni, rappresentano, dunque, un beneficio per la comunità, specialmente nei paesi in via di sviluppo, dove prolifera una forma edificatoria “spontanea”, specchio di una cultura dell’abitare germogliata in contesti di necessità, segregazione e povertà. La straordinaria e recente rigenerazione urbana e sociale conquistata dalle città colombiane di Bogotá e Medellín, è un notevole esempio di strategie politiche e progettuali innovative, risultato delle azioni congiunte di politici, professionisti e cittadinanza. Tali strategie ed azioni progettuali fondano le proprie radici sul riconoscimento del ruolo sociale ed urbano degli spazi collettivi, concepiti quali elementi ristrutturanti il tessuto urbano e umano, in particolare nelle aree più marginali ed informali della città. La progettazione di nuovi spazi collettivi nelle frange urbane più fragili, può dar inizio ad un rinnovamento urbano e sociale, offrire scenari di vita sostenibile e garantire il raggiungimento del maggior bene comune e del diritto alla città.File | Dimensione | Formato | |
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