Andrea Sciascia presenta al XIV Convegno "Identità dell'architettura italiana" una proposta elaborata insieme a Giuseppe Di Benedetto e con D. Cardamone, L. Macaluso e F. Zaffora nell'ambito del workshop di progettazione "Expo dopo Expo", responsabile scientifico Angelo Torricelli. Il progetto conferma la struttura dell’impianto del cardo e del decumano dell’Expo di Milano, e orienta le tracce delle nuove edificazioni seguendo l’eco dei tracciati geometrici dei quartieri limitrofi. Tali scelte, se da un lato consentono di utilizzare l’avanzato sistema infrastrutturale preesistente, dall’altro superano quella condizione di atopia tipica dell’esposizione temporanea, restituendo al luogo una dimensione urbana leggibile nella dialettica che si istituisce tra l’autonomia del nuovo impianto e l’eteronomia delle relazioni con gli ambiti adiacenti. Trame di percorsi si intersecano tra loro e ridisegnano, mediante la nuova configurazione del suolo, la geografia del luogo, distribuendo funzioni e legando le diverse parti che concorrono al nuovo assetto dell’area dell’Expo: dagli uffici del demanio, all’housing, al polo tecnologico, al campus.
Sciascia, A. (2016). Progetto della direttrice Nordovest per il workshop di progettazione Expo dopo Expo, Milano. In Identità dell'architettura italiana (pp. 122-123). Parma : Diabasis.
Progetto della direttrice Nordovest per il workshop di progettazione Expo dopo Expo, Milano
SCIASCIA, Andrea
2016-01-01
Abstract
Andrea Sciascia presenta al XIV Convegno "Identità dell'architettura italiana" una proposta elaborata insieme a Giuseppe Di Benedetto e con D. Cardamone, L. Macaluso e F. Zaffora nell'ambito del workshop di progettazione "Expo dopo Expo", responsabile scientifico Angelo Torricelli. Il progetto conferma la struttura dell’impianto del cardo e del decumano dell’Expo di Milano, e orienta le tracce delle nuove edificazioni seguendo l’eco dei tracciati geometrici dei quartieri limitrofi. Tali scelte, se da un lato consentono di utilizzare l’avanzato sistema infrastrutturale preesistente, dall’altro superano quella condizione di atopia tipica dell’esposizione temporanea, restituendo al luogo una dimensione urbana leggibile nella dialettica che si istituisce tra l’autonomia del nuovo impianto e l’eteronomia delle relazioni con gli ambiti adiacenti. Trame di percorsi si intersecano tra loro e ridisegnano, mediante la nuova configurazione del suolo, la geografia del luogo, distribuendo funzioni e legando le diverse parti che concorrono al nuovo assetto dell’area dell’Expo: dagli uffici del demanio, all’housing, al polo tecnologico, al campus.File | Dimensione | Formato | |
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