La città contemporanea si presenta oggi come una realtà eterogenea contrassegnata da cambiamenti ra- dicali e mutevoli. Gli oggetti architettonici prodotti dalla contemporaneità (dalla indiscussa qualità), tendono a basarsi sullo scambio - tra città globalizzate - degli stessi modelli architettonici ed insediativi generati dalla diffusione di immagini attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, dove il rapporto tra architettura e città sembra divergere in percorsi sempre più autonomi. Da questo si evince come la dimensione locale e quella globale pongano questioni sul significato e sul futuro delle città. Il fenomeno della globalizzazione ha spesso determinato la formazione di spazi in cui le relazioni sociali tra gli individui non si possono leggere in modo immediato i quali vengono definiti da Marc Augè come “non luoghi” ovvero tutti quegli spazi che non risultano essere né identitari, né relazionarsi, né storici. Le città infatti, esprimendo una parte delle esigenze dell’uomo (abitare, incontrarsi, etc.), anche attraverso l’uso di modelli universali, deve tenere sempre conto delle sovrapposizioni di segni, delle differenze generate dalle diverse identità, dalle culture che abitano e definiscono i luoghi.

Parrivecchio, L. (2015). L’architettura tra locale e globale . IN FOLIO.

L’architettura tra locale e globale 

Parrivecchio, Laura
2015-01-01

Abstract

La città contemporanea si presenta oggi come una realtà eterogenea contrassegnata da cambiamenti ra- dicali e mutevoli. Gli oggetti architettonici prodotti dalla contemporaneità (dalla indiscussa qualità), tendono a basarsi sullo scambio - tra città globalizzate - degli stessi modelli architettonici ed insediativi generati dalla diffusione di immagini attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, dove il rapporto tra architettura e città sembra divergere in percorsi sempre più autonomi. Da questo si evince come la dimensione locale e quella globale pongano questioni sul significato e sul futuro delle città. Il fenomeno della globalizzazione ha spesso determinato la formazione di spazi in cui le relazioni sociali tra gli individui non si possono leggere in modo immediato i quali vengono definiti da Marc Augè come “non luoghi” ovvero tutti quegli spazi che non risultano essere né identitari, né relazionarsi, né storici. Le città infatti, esprimendo una parte delle esigenze dell’uomo (abitare, incontrarsi, etc.), anche attraverso l’uso di modelli universali, deve tenere sempre conto delle sovrapposizioni di segni, delle differenze generate dalle diverse identità, dalle culture che abitano e definiscono i luoghi.
2015
Parrivecchio, L. (2015). L’architettura tra locale e globale . IN FOLIO.
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