La problematica del sogno, e delle altre manifestazioni inconsce della psiche umana collegate all’atto onirico, hanno sempre avuto un posto di grande rilevanza nell’attività sia artistica che speculativa dei Greci. Aristotele sembra intuire la differenza fra sogni e allucinazioni e già Democrito, se sono autentiche le affermazioni a lui attribuite credeva negli spettri che si avvicinano agli uomini in forma visibile e udibile annunciando il futuro. A giudicare dal gran numero e dall’importanza delle narrazioni di sogni di vario tipo, da Omero, ai tragici, agli storici, e così fino ai romanzieri, gli esempi non mancano di certo, il sogno, deve aver giocato un ruolo importante nelle tradizioni, nei costumi e nella vita quotidiana dei Greci, anche se l’ambiguità di fondo del fenomeno onirico non fu mai risolta, per ovvi motivi, in modo radicale. Da queste premesse prende l'avvio la presente indagine che ha lo scopo di valutare il celebre incubo di Clitennestra nella Elettra di Sofocle. Si cercherà di mettere in evidenza quali simboli o riferimenti letterari il colto pubblico ateniese poteva cogliere nel sogno sofocleo o quali messaggi il poeta cercava di veicolare a partire dalle trasgressioni compiute da Clitennestra. Il sogno di Clitemnestra ha una profonda connotazione simbolica. In esso non è difficile cogliere, senza ricorrere alla psicanalisi, una forte componente soggettiva. Attraverso l’attività onirica la protagonista proietta, fuori dall’ io, sotto forma di immagini, pensieri e turbamenti profondi e inconsapevoli. Sofocle opera entro una tradizione letteraria che aveva sempre incluso commenti, se non fortemente scettici, certamente abbastanza diffidenti a proposito dei sogni. Egli inserisce il sogno di Clitennestra nel solco di una tradizione letteraria codificata. L’esempio prossimo era costituito dalle Coefore di Eschilo, quello remoto da Stesicoro. Tale tradizione viene presupposta, ma non seguita passivamente dal momento che viene cambiato l’oggetto della visione onirica attraverso l’inserimento di tre nuovi simboli: il focolare, lo scettro e il vigoroso arbusto generato dallo scettro di Agamennone. Il poeta destruttura, quindi, l’architettura affettiva precedente (rapporto madre-figlio) attraverso complesse allusioni a testi letterari che un pubblico colto avrebbe forse saputo intuire. Il sogno al di là delle finalità sceniche ha, pur nella sua voluta ambiguità, un forte contenuto psicologico e ideologico. Sofocle attraverso questo sogno si fa paladino dell’ortodossia, della tradizione patrilineare, che è una realizzazione o un’immaginazione dell’eternità nella quale le morti individuali vengono riassorbite attraverso la successione. La tradizione implica che il successore e il predecessore siano nell’ambito dell’identità e che la donna si muova nello stesso ambito, sebbene la scelta fra Elettra - che nella tragedia sofoclea incarna le ragioni di Agamennone e spinge il fratello ad uccidere la madre, e a prendere il posto che gli spetta nella tradizione patrilineare - e Clitennestra sia sempre possibile e quotidiana, esse che rappresentano le due forme opposte ed estreme di destino della donna nella società patriarcale, di identificazione o di rivalità con l’uomo.

BRUNO G (2007). Il sogno di Clitennestra tra realtà e inconscio (Soph. Elettra 417-423). HORMOS, 9, 63-77.

Il sogno di Clitennestra tra realtà e inconscio (Soph. Elettra 417-423)

BRUNO, Giovanna
2007-01-01

Abstract

La problematica del sogno, e delle altre manifestazioni inconsce della psiche umana collegate all’atto onirico, hanno sempre avuto un posto di grande rilevanza nell’attività sia artistica che speculativa dei Greci. Aristotele sembra intuire la differenza fra sogni e allucinazioni e già Democrito, se sono autentiche le affermazioni a lui attribuite credeva negli spettri che si avvicinano agli uomini in forma visibile e udibile annunciando il futuro. A giudicare dal gran numero e dall’importanza delle narrazioni di sogni di vario tipo, da Omero, ai tragici, agli storici, e così fino ai romanzieri, gli esempi non mancano di certo, il sogno, deve aver giocato un ruolo importante nelle tradizioni, nei costumi e nella vita quotidiana dei Greci, anche se l’ambiguità di fondo del fenomeno onirico non fu mai risolta, per ovvi motivi, in modo radicale. Da queste premesse prende l'avvio la presente indagine che ha lo scopo di valutare il celebre incubo di Clitennestra nella Elettra di Sofocle. Si cercherà di mettere in evidenza quali simboli o riferimenti letterari il colto pubblico ateniese poteva cogliere nel sogno sofocleo o quali messaggi il poeta cercava di veicolare a partire dalle trasgressioni compiute da Clitennestra. Il sogno di Clitemnestra ha una profonda connotazione simbolica. In esso non è difficile cogliere, senza ricorrere alla psicanalisi, una forte componente soggettiva. Attraverso l’attività onirica la protagonista proietta, fuori dall’ io, sotto forma di immagini, pensieri e turbamenti profondi e inconsapevoli. Sofocle opera entro una tradizione letteraria che aveva sempre incluso commenti, se non fortemente scettici, certamente abbastanza diffidenti a proposito dei sogni. Egli inserisce il sogno di Clitennestra nel solco di una tradizione letteraria codificata. L’esempio prossimo era costituito dalle Coefore di Eschilo, quello remoto da Stesicoro. Tale tradizione viene presupposta, ma non seguita passivamente dal momento che viene cambiato l’oggetto della visione onirica attraverso l’inserimento di tre nuovi simboli: il focolare, lo scettro e il vigoroso arbusto generato dallo scettro di Agamennone. Il poeta destruttura, quindi, l’architettura affettiva precedente (rapporto madre-figlio) attraverso complesse allusioni a testi letterari che un pubblico colto avrebbe forse saputo intuire. Il sogno al di là delle finalità sceniche ha, pur nella sua voluta ambiguità, un forte contenuto psicologico e ideologico. Sofocle attraverso questo sogno si fa paladino dell’ortodossia, della tradizione patrilineare, che è una realizzazione o un’immaginazione dell’eternità nella quale le morti individuali vengono riassorbite attraverso la successione. La tradizione implica che il successore e il predecessore siano nell’ambito dell’identità e che la donna si muova nello stesso ambito, sebbene la scelta fra Elettra - che nella tragedia sofoclea incarna le ragioni di Agamennone e spinge il fratello ad uccidere la madre, e a prendere il posto che gli spetta nella tradizione patrilineare - e Clitennestra sia sempre possibile e quotidiana, esse che rappresentano le due forme opposte ed estreme di destino della donna nella società patriarcale, di identificazione o di rivalità con l’uomo.
2007
BRUNO G (2007). Il sogno di Clitennestra tra realtà e inconscio (Soph. Elettra 417-423). HORMOS, 9, 63-77.
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