L'imprenditore estorto "acquiescente" tra coazione morale e libertà del volere

Abstract The wide range of “behaviour models” that sociological studies identify as representative of the mafia conduct strongly characterises the types of crimes which are typical of mafia-type organizations, such as extortion. Indeed, in this field the conduct of authors and victims can assume so many aspects to make it difficult to provide a proper qualification within the traditional categories of criminal law.This paper, based on the findings of a study on the crime of extortion carried out by Mafia-type organisations in the South of Italy, is aimed at exploring the similarities and differences between a legal and a sociological approach on victims of extortion when the crime is perpetrated in a mafia context. In particular, moving from the position of “acquiescent entrepreneur”, the paper reconstructs the relationship between the so called “acquiescent” conducts of entrepreneurs on one hand and the method used by mafia organisations in the execution of the extortion on the other hand; it then evaluates the possible criminalisation of the “reasons” lying behind the behavior of the victims (or so considered); and finally, it explores the possibility to attribute, on the basis of those motives, a different qualification to the victim’s conduct so that she/he could become “passive subject” of the extortion and being eventually punished.

Abstract La varietà dei comportamenti che gli studi socio-criminologici individuano come peculiari dell’agire mafioso si riflette in maniera significativa sui modi di manifestazione delle tipologie di reato tradizionalmente proprie della criminalità organizzata di stampo mafioso, come le estorsioni. In questo ambito infatti, i contorni delle condotte di autori e vittime divengono talvolta tanto sfumati da complicarne l’inquadramento entro le categorie del diritto penale. Questo saggio, valorizzando gli esiti di una ricerca multidisciplinare sulle dinamiche del fenomeno estorsivo di matrice mafiosa nel meridione di Italia, intende per l’appunto individuare i punti di “contatto” e i punti di “frizione” tra discorso giuridico e discorso sociologico sulla posizione delle vittime dell’estorsione mafiosa. In particolare, a partire dalla figura del c.d. “imprenditore acquiescente”, il contributo: a) ricostruisce il tipo di interazione rinvenibile tra le condotte c.d. imprenditori “acquiescenti”, da un lato, ed il “metodo” utilizzato dalla mafia nell’attuazione della pretesa estorsiva, dall’altro lato; b) verifica la possibilità — ossia la “tenuta teorica”, alla stregua dei “dogmi penalistici” — di attribuire una qualche rilevanza penale ai “motivi” che determinano le scelte di comportamento delle vittime (o presunte tali); c) analizza la prospettiva di valorizzare il ruolo che i suddetti motivi svolgono ai fini di una diversa qualificazione penalistica della condotta dell’estorto, che potrebbe così passare dall’essere considerato “soggetto passivo” del reato di estorsione al venire addirittura eventualmente sanzionato.