Parlare di spazio significa parlare di luoghi reali o immaginari, delle cose, delle azioni, delle parole, delle immagini o delle performance che a questi rimandano e viceversa. Il sistema dell’arte occidentale, soprattutto negli ultimi due secoli, ha fatto dei musei i luoghi dell’arte in senso stretto, della sua conservazione ed esposizione permanente. Eppure vanno considerate tutta una serie di pratiche artistiche che esulano lo spazio museale pur evocandolo in qualche modo. Si pensi alla Land Art, alle pitture rupestri del Paleolitico superiore, a certe opere d’arte non occidentale come i Sand Paintings degli Indiani Navajo o degli Aborigeni Australiani dove l’azione artistica (de)finisce lo spazio del paesaggio, e questo a sua volta comprende, orienta, influenza e sviluppa l’azione artistica. Lo scopo di questo studio è di riflettere sul concetto di transitorietà che contraddistingue certe azioni artistiche che vanno oltre il museo, che lo eccedono, e al contempo dimostrare come la stessa logica temporanea stia sempre più caratterizzando le forme, le dinamiche e le pratiche artistiche all’interno degli spazi espositivi moderni (installazioni, foto e videoproiezioni, retrospettive). L’idea è che l’arte di passaggio nel paesaggio ‒ realizzata da sempre da diverse società ‒ si stia trasponendo come pratica artistica, come paradigma all’interno dei musei occidentali che non sono più solo dei meri contenitori di oggetti e immagini, ma dei veri e propri atelier, teatri in azione dove artisti e/o curatori mettono in scena performance artistiche ed espositive istantanee. Lo spazio museale odierno sta subendo una sorta di «ritribalizzazione artistica» dove è facile osservare una corrispondenza antropologica tra l’effimerità delle azioni artistiche nel paesaggio e quella delle azioni artistiche nel museo. Quest’ultimo diviene, in ultima analisi, terreno di ricerca, spazio da esplorare in senso etnografico.

Di Maggio, F. (2015). «Transitorietà e ritribalizzazione delle immagini nelle spaziazioni museali contemporanee». In M. Meschiari, S. Montes (a cura di), Spaction. New Paradigms in Space-Action Multidisciplinary Research | Spazio-azione: nuovi paradigmi di ricerca multidisciplinare (pp. 137-155). Roma : Aracne [10.4399/97888548815569].

«Transitorietà e ritribalizzazione delle immagini nelle spaziazioni museali contemporanee»

DI MAGGIO, Fabiola
2015-01-01

Abstract

Parlare di spazio significa parlare di luoghi reali o immaginari, delle cose, delle azioni, delle parole, delle immagini o delle performance che a questi rimandano e viceversa. Il sistema dell’arte occidentale, soprattutto negli ultimi due secoli, ha fatto dei musei i luoghi dell’arte in senso stretto, della sua conservazione ed esposizione permanente. Eppure vanno considerate tutta una serie di pratiche artistiche che esulano lo spazio museale pur evocandolo in qualche modo. Si pensi alla Land Art, alle pitture rupestri del Paleolitico superiore, a certe opere d’arte non occidentale come i Sand Paintings degli Indiani Navajo o degli Aborigeni Australiani dove l’azione artistica (de)finisce lo spazio del paesaggio, e questo a sua volta comprende, orienta, influenza e sviluppa l’azione artistica. Lo scopo di questo studio è di riflettere sul concetto di transitorietà che contraddistingue certe azioni artistiche che vanno oltre il museo, che lo eccedono, e al contempo dimostrare come la stessa logica temporanea stia sempre più caratterizzando le forme, le dinamiche e le pratiche artistiche all’interno degli spazi espositivi moderni (installazioni, foto e videoproiezioni, retrospettive). L’idea è che l’arte di passaggio nel paesaggio ‒ realizzata da sempre da diverse società ‒ si stia trasponendo come pratica artistica, come paradigma all’interno dei musei occidentali che non sono più solo dei meri contenitori di oggetti e immagini, ma dei veri e propri atelier, teatri in azione dove artisti e/o curatori mettono in scena performance artistiche ed espositive istantanee. Lo spazio museale odierno sta subendo una sorta di «ritribalizzazione artistica» dove è facile osservare una corrispondenza antropologica tra l’effimerità delle azioni artistiche nel paesaggio e quella delle azioni artistiche nel museo. Quest’ultimo diviene, in ultima analisi, terreno di ricerca, spazio da esplorare in senso etnografico.
2015
Di Maggio, F. (2015). «Transitorietà e ritribalizzazione delle immagini nelle spaziazioni museali contemporanee». In M. Meschiari, S. Montes (a cura di), Spaction. New Paradigms in Space-Action Multidisciplinary Research | Spazio-azione: nuovi paradigmi di ricerca multidisciplinare (pp. 137-155). Roma : Aracne [10.4399/97888548815569].
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