Saggio introduttivo sul lavoro dal titolo "Ora ti cuntu, cunti pulizzani all'antu" (a cura di Moffo Schimmenti, illustrazioni di Santi Lipani, traduzioni e introduzione di Roberto Sottile), una raccolta di racconti popolari siciliani, tradotti in italiano, registrati a Polizzi Generosa, che ha avuto uno spazio significativo nel novero dei centri isolani mediante i quali è stata documentata la letteratura orale siciliana, avendo “fornito” alle Fiabe di Pitrè oltre 30 "Racconti".Questi racconti raccolti da da Moffo Schimmenti intrattengono un rapporto di analogia e differenza con quelli rintracciabili nel corpus di Pitré. La prima grande differenza risiede nell’identità dei narratori in conseguenza al fatto che si tratta di "cunti all’antu". Con la parola antu si indica in Sicilia la ‘linea lungo la quale è disposto un gruppo di contadini intenti a zappare o a mietere’ e, più in generale, il ‘posto in cui i contadini lavorano insieme’. I "cunti all’antu" sono quindi narrati da uomini e non da donne – come è il caso dei racconti del corpus di Pitré e di altri corpora raccolti nell’800 – non sono fruiti tra le mura domestiche, nel contesto familiare, ma in campagna, nel contesto lavorativo, e in più, oltre ai temi comuni della novellistica popolare, indugiano spesso su quelli connessi alla sfera sessuale, con un linguaggio spesso realisticamente scurrile. Questi racconti hanno inoltre una funzione prevalentemente didattica: quella di “scaltrire”, smaliziare i giovani lavoratori-ascoltatori perché ne traggano lezioni di comportamento per la vita futura. Queste "cronache" (per lo più dal tono umoristico) non soltanto sono ampiamente georeferenziate, come è il caso di molti dei racconti popolari, ma anche antroporeferenziate. Diversi personaggi realmente esistiti si muovono e agiscono, da personaggi reali, tra i luoghi del territorio di Polizzi e quello circostante con ricadute toponomastiche di grande interesse. L'introduzione si sofferma anche sui diversi importanti elementi di interesse linguistico che la raccolta di racconti presenta. Ciò in relazione all'ortografia di un dialetto che presenta nella scrittura tratti vistosamente distanti dalla koiné dialettale, tratti che molto speso sono rappresentati nelle trascrizioni offrendo al lettore e all'analista un quadro di forte variabilità come è tipico di ogni codice linguistico, non codificato e standardizzato, impiegato prevalentemente per gli usi linguistici orali.

Sottile, R. (2016). Introduzione. In M. Schimmenti (a cura di), Ora ti cuntu... cunti pulizzani all'antu (pp. 13-19). Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari.

Introduzione

SOTTILE, Roberto
2016-01-01

Abstract

Saggio introduttivo sul lavoro dal titolo "Ora ti cuntu, cunti pulizzani all'antu" (a cura di Moffo Schimmenti, illustrazioni di Santi Lipani, traduzioni e introduzione di Roberto Sottile), una raccolta di racconti popolari siciliani, tradotti in italiano, registrati a Polizzi Generosa, che ha avuto uno spazio significativo nel novero dei centri isolani mediante i quali è stata documentata la letteratura orale siciliana, avendo “fornito” alle Fiabe di Pitrè oltre 30 "Racconti".Questi racconti raccolti da da Moffo Schimmenti intrattengono un rapporto di analogia e differenza con quelli rintracciabili nel corpus di Pitré. La prima grande differenza risiede nell’identità dei narratori in conseguenza al fatto che si tratta di "cunti all’antu". Con la parola antu si indica in Sicilia la ‘linea lungo la quale è disposto un gruppo di contadini intenti a zappare o a mietere’ e, più in generale, il ‘posto in cui i contadini lavorano insieme’. I "cunti all’antu" sono quindi narrati da uomini e non da donne – come è il caso dei racconti del corpus di Pitré e di altri corpora raccolti nell’800 – non sono fruiti tra le mura domestiche, nel contesto familiare, ma in campagna, nel contesto lavorativo, e in più, oltre ai temi comuni della novellistica popolare, indugiano spesso su quelli connessi alla sfera sessuale, con un linguaggio spesso realisticamente scurrile. Questi racconti hanno inoltre una funzione prevalentemente didattica: quella di “scaltrire”, smaliziare i giovani lavoratori-ascoltatori perché ne traggano lezioni di comportamento per la vita futura. Queste "cronache" (per lo più dal tono umoristico) non soltanto sono ampiamente georeferenziate, come è il caso di molti dei racconti popolari, ma anche antroporeferenziate. Diversi personaggi realmente esistiti si muovono e agiscono, da personaggi reali, tra i luoghi del territorio di Polizzi e quello circostante con ricadute toponomastiche di grande interesse. L'introduzione si sofferma anche sui diversi importanti elementi di interesse linguistico che la raccolta di racconti presenta. Ciò in relazione all'ortografia di un dialetto che presenta nella scrittura tratti vistosamente distanti dalla koiné dialettale, tratti che molto speso sono rappresentati nelle trascrizioni offrendo al lettore e all'analista un quadro di forte variabilità come è tipico di ogni codice linguistico, non codificato e standardizzato, impiegato prevalentemente per gli usi linguistici orali.
2016
Settore L-FIL-LET/12 - Linguistica Italiana
Sottile, R. (2016). Introduzione. In M. Schimmenti (a cura di), Ora ti cuntu... cunti pulizzani all'antu (pp. 13-19). Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari.
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