Una narrazione giuridica del diritto di famiglia, sia pure istituzionale, non si può limitare al solo ordinamento positivo attuale, ma deve ricomprendere anche in modo problematico il c.d. “nuovo che avanza”: al contrario, prescindere dalla discussa introduzione di nuovi modelli familiari e di quant’altro riguarda la riforma delle filiazioni e delle adozioni rischierebbe di rappresentare in modo solo neutro ed acritico un fenomeno culturale, come quello della famiglia, che invece è in continuo movimento tanto sul versante sociale ed antropologico quanto su quello legislativo. E tuttavia, malgrado le mobili frontiere che segnano i confini tra famiglia e società, quella della famiglia è materia alla quale proprio nelle “scienze giuridiche” si attribuisce una peculiare autonomia ed alla quale si fa corrispondere una sua logica interpretativa e di sistema: un vero e proprio corpus iuris, in sé coerente ancorché non sempre allineato ai tempi, mediante il quale declinare “le libertà e le responsabilità” dei soggetti che compongono un nucleo familiare, o quel che nel diritto positivo attuale ed in quello futuro si ritiene essere o poter essere una “famiglia”. Libertà e responsabilità è declinazione di contenuti normativi che nel diritto di famiglia riguarda sia il versante dei rapporti di natura privata e personale, sia quello dei rapporti di natura pubblica e sociale: per tale duplicità di ragioni ordinanti ed ordinamentali, il diritto di famiglia comprende e contempera discipline tanto di rilevanza privatistica quanto di rilevanza pubblicistica. È pur vero, però, che i principi di “libertà e responsabilità” e le ragioni di una disciplina “pubblica e privata” cadenzano diritti ed obblighi, o anche poteri e doveri, entro un perimetro comunque e solamente giuridico: un perimetro cioè che non è in grado in realtà di esaurire l’intera area delle relazioni familiari; un’area, com’è noto, di rapporti individuali e sociali ben più vasta delle loro configurazioni giuridiche e che sfugge alla possibilità di essere “normata” interamente, perché ancora non è dato di ridurre alle sole geometrie del diritto tutto quel che, emotivamente e non, determina l’origine di un’aggregazione familiare (di qualunque natura essa sia) e l’andamento di innumerevoli e complesse vicende di vita. Sostenere l’autonomia del diritto di famiglia ed una sua corrispondente logica interpretativa e di sistema si presta anche, proprio sul piano dell’analisi giuridica, a due opposte opzioni di metodo, sia nello studio tecnico di un diritto positivo e “già pensato” sia in quello scientifico di un diritto futuro e “ancòra da pensare”: l’una è un’opzione metodologica per così dire “introversa”, che porta ad escludere qualunque contaminazione culturale non giuridica; l’altra è per così dire “estroversa” ed esattamente al contrario porta ad includere concezioni culturali della famiglia non anche o non ancòra giuridiche.
Mazzarese, S. (2016). La famiglia: rapporti personali e patrimoniali. In S. Mazzamuto (a cura di), Manuale del Diritto Privato (pp. 253-330). Torino : G. Giappichelli Editore.
La famiglia: rapporti personali e patrimoniali
MAZZARESE, Silvio
2016-01-01
Abstract
Una narrazione giuridica del diritto di famiglia, sia pure istituzionale, non si può limitare al solo ordinamento positivo attuale, ma deve ricomprendere anche in modo problematico il c.d. “nuovo che avanza”: al contrario, prescindere dalla discussa introduzione di nuovi modelli familiari e di quant’altro riguarda la riforma delle filiazioni e delle adozioni rischierebbe di rappresentare in modo solo neutro ed acritico un fenomeno culturale, come quello della famiglia, che invece è in continuo movimento tanto sul versante sociale ed antropologico quanto su quello legislativo. E tuttavia, malgrado le mobili frontiere che segnano i confini tra famiglia e società, quella della famiglia è materia alla quale proprio nelle “scienze giuridiche” si attribuisce una peculiare autonomia ed alla quale si fa corrispondere una sua logica interpretativa e di sistema: un vero e proprio corpus iuris, in sé coerente ancorché non sempre allineato ai tempi, mediante il quale declinare “le libertà e le responsabilità” dei soggetti che compongono un nucleo familiare, o quel che nel diritto positivo attuale ed in quello futuro si ritiene essere o poter essere una “famiglia”. Libertà e responsabilità è declinazione di contenuti normativi che nel diritto di famiglia riguarda sia il versante dei rapporti di natura privata e personale, sia quello dei rapporti di natura pubblica e sociale: per tale duplicità di ragioni ordinanti ed ordinamentali, il diritto di famiglia comprende e contempera discipline tanto di rilevanza privatistica quanto di rilevanza pubblicistica. È pur vero, però, che i principi di “libertà e responsabilità” e le ragioni di una disciplina “pubblica e privata” cadenzano diritti ed obblighi, o anche poteri e doveri, entro un perimetro comunque e solamente giuridico: un perimetro cioè che non è in grado in realtà di esaurire l’intera area delle relazioni familiari; un’area, com’è noto, di rapporti individuali e sociali ben più vasta delle loro configurazioni giuridiche e che sfugge alla possibilità di essere “normata” interamente, perché ancora non è dato di ridurre alle sole geometrie del diritto tutto quel che, emotivamente e non, determina l’origine di un’aggregazione familiare (di qualunque natura essa sia) e l’andamento di innumerevoli e complesse vicende di vita. Sostenere l’autonomia del diritto di famiglia ed una sua corrispondente logica interpretativa e di sistema si presta anche, proprio sul piano dell’analisi giuridica, a due opposte opzioni di metodo, sia nello studio tecnico di un diritto positivo e “già pensato” sia in quello scientifico di un diritto futuro e “ancòra da pensare”: l’una è un’opzione metodologica per così dire “introversa”, che porta ad escludere qualunque contaminazione culturale non giuridica; l’altra è per così dire “estroversa” ed esattamente al contrario porta ad includere concezioni culturali della famiglia non anche o non ancòra giuridiche.File | Dimensione | Formato | |
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