LUCERNE CON BECCO TRIANGOLARE DI PRODUZIONE AFRICANA Il contributo si occupa delle lucerne a volute con becco triangolare (Deneauve X A), a più riprese e per varie ragioni oggetto di analisi e di ipotesi controverse, esaminando in particolare 1) la localizzazione e la cronologia delle officine, 2) il collegamento istituibile tra le decorazioni del disco e le immagini presenti su altre tipologie monumentali collegabili all’area di produzione. Per quanto riguarda il punto 1, le divergenze che si colgono nella letteratura specialistica sono motivate dalla difficoltà di individuare i dati, e talvolta dalla mancanza di dati sufficienti, relativi al rinvenimento. Questa situazione penalizza la maggior parte degli esemplari editi, appartenenti a collezioni museali e di norma privi di indicazioni di provenienza soddisfacenti. Pertanto si effettua un primo censimento delle lucerne di cui è documentato il contesto di scavo concentrando la ricerca soprattutto sull’Africa e sull’Italia centrale, indiziate come zone di produzione. Negli scavi africani esaminati non ne sono segnalate in contesti precedenti gli ultimi decenni del II sec. d.C., e la maggior parte sembra ricadere nell’ambito del III secolo, almeno per gli esemplari con “decoro geometrico”. I rinvenimenti dagli scavi di Roma e di Ostia, non sempre riferibili ad un contesto utile per un soddisfacente inquadramento cronologico, sono costituiti da piccoli nuclei di materiali, che non hanno reale incidenza sul bilancio complessivo dei tipi attestati dal I al III sec. Il quadro della distribuzione dei rinvenimenti mostra una netta concentrazione nell'area nord-africana, non solo in Tunisia, ma anche in Algeria e in Tripolitania. I dati emersi dall’analisi, che tiene conto anche della dislocazione e della concentrazione delle firme, confermano dunque l’invenzione africana del tipo, che non può oggettivamente datarsi prima degli ultimi decenni del II secolo. Per quanto riguarda il punto 2, particolarmente indicativi sono i soggetti complessi, soprattutto le scene di porto e quelle d’anfiteatro, intorno a cui sono state formulate ipotesi accattivanti, che chiamano in causa per le prime i rapporti con centri irradiatori dell’ellenismo, Alessandria fra tutti, ma non escludono riferimenti a realtà familiari per le officine produttrici, in particolare il porto di Cartagine e alcuni tra i più prestigiosi monumenti della città; per le seconde, legami con scene molto articolate, quali quelle dei mosaici figurati tipici dei centri di produzione nordafricana. Infine, l’esame degli esemplari dà piena conferma della stretta corrispondenza tra forma, decorazione del becco e della spalla e ambito tematico della decorazione del disco, suggerita per la prima volta da Deneauve, e che caratterizza l’organizzazione dei gruppi e delle serie all’interno della sua classificazione.

MANDRUZZATO A (2007). Lucerne con becco triangolare di produzione africana. THALASSA, 3, 223-240.

Lucerne con becco triangolare di produzione africana

MANDRUZZATO, Antonella
2007-01-01

Abstract

LUCERNE CON BECCO TRIANGOLARE DI PRODUZIONE AFRICANA Il contributo si occupa delle lucerne a volute con becco triangolare (Deneauve X A), a più riprese e per varie ragioni oggetto di analisi e di ipotesi controverse, esaminando in particolare 1) la localizzazione e la cronologia delle officine, 2) il collegamento istituibile tra le decorazioni del disco e le immagini presenti su altre tipologie monumentali collegabili all’area di produzione. Per quanto riguarda il punto 1, le divergenze che si colgono nella letteratura specialistica sono motivate dalla difficoltà di individuare i dati, e talvolta dalla mancanza di dati sufficienti, relativi al rinvenimento. Questa situazione penalizza la maggior parte degli esemplari editi, appartenenti a collezioni museali e di norma privi di indicazioni di provenienza soddisfacenti. Pertanto si effettua un primo censimento delle lucerne di cui è documentato il contesto di scavo concentrando la ricerca soprattutto sull’Africa e sull’Italia centrale, indiziate come zone di produzione. Negli scavi africani esaminati non ne sono segnalate in contesti precedenti gli ultimi decenni del II sec. d.C., e la maggior parte sembra ricadere nell’ambito del III secolo, almeno per gli esemplari con “decoro geometrico”. I rinvenimenti dagli scavi di Roma e di Ostia, non sempre riferibili ad un contesto utile per un soddisfacente inquadramento cronologico, sono costituiti da piccoli nuclei di materiali, che non hanno reale incidenza sul bilancio complessivo dei tipi attestati dal I al III sec. Il quadro della distribuzione dei rinvenimenti mostra una netta concentrazione nell'area nord-africana, non solo in Tunisia, ma anche in Algeria e in Tripolitania. I dati emersi dall’analisi, che tiene conto anche della dislocazione e della concentrazione delle firme, confermano dunque l’invenzione africana del tipo, che non può oggettivamente datarsi prima degli ultimi decenni del II secolo. Per quanto riguarda il punto 2, particolarmente indicativi sono i soggetti complessi, soprattutto le scene di porto e quelle d’anfiteatro, intorno a cui sono state formulate ipotesi accattivanti, che chiamano in causa per le prime i rapporti con centri irradiatori dell’ellenismo, Alessandria fra tutti, ma non escludono riferimenti a realtà familiari per le officine produttrici, in particolare il porto di Cartagine e alcuni tra i più prestigiosi monumenti della città; per le seconde, legami con scene molto articolate, quali quelle dei mosaici figurati tipici dei centri di produzione nordafricana. Infine, l’esame degli esemplari dà piena conferma della stretta corrispondenza tra forma, decorazione del becco e della spalla e ambito tematico della decorazione del disco, suggerita per la prima volta da Deneauve, e che caratterizza l’organizzazione dei gruppi e delle serie all’interno della sua classificazione.
2007
MANDRUZZATO A (2007). Lucerne con becco triangolare di produzione africana. THALASSA, 3, 223-240.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/1622
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact